Destinazione: Sudamerica
Il flusso emigratorio riprese dopo il 1865, complici le disastrose alluvioni che contraddistinsero la fine degli anni Sessanta. Tra le mete americani preferite dai ticinesi, spuntò anche il Sudamerica e, in particolare, l'Argentina che accolse la poetessa Alfonsina Storni e fu governata dal presidente di origini ticinesi Carlos Enrique José Pellegrini Bevans). Erano soprattutto gli abitanti del Sottoceneri e le maestranze edili del Luganese e del Mendrisiotto a preferire la nazione sudamericana: dei 6000-9000 ticinesi giunti a Buenos Aires tra il 1880 e il 1900, solo un quinto proveniva dal Sopraceneri.
Tra le altre nazioni del continente sudamericano più apprezzate dai nostri emigranti è impossibile non citare l'Uruguay. Molti personaggi celebri di questo Stato (tra cui i calciatori della Celeste Alcides Edgardo Ghiggia e Roque Gastón Maspoli) avevano sangue ticinese e lì è addirittura sorta Nueva Helvecia, una cittadina fondata nel 1862 che è presto diventata il centro nevralgico per tutti gli svizzeri residenti nel Paese. I ticinesi qui presenti erano qualche decina, probabilmente per via della sua alacre attività nel campo della viticoltura.
L'esodo di massa verso l'America del Sud ha caratterizzato la storia (e l'albero genealogico) di numerose famiglie tra cui i Soldati di Neggio o i Ferretti-Alberti di Banco di Bedigliora, dinastia che rappresenta un caso esplicativo dell'influenza dell'emigrazione sulla popolazione ticinese. Il primo esponente a partire fu Domingo Alberti, che si trasferì a Cordoba alla fine degli anni Sessanta del XIX secolo e lavorò per il Governo argentino e per il presidente Julio Argentino Roca in qualità di architetto. Seguì l'arrivo del cognato Giovanni Ferretti nel 1882, ma questi fece ritorno in Ticino dopo appena un anno. Alla morte di Domingo Alberti nel 1912 fu quindi un suo omonimo (Domingo Ferretti) a trasferirsi in Sud America per amministrare l'eredità di famiglia, ampliando al tempo stesso l'attività del parente: aprì due fabbriche di vetri per auto a Cordoba e Mendoza e adibì un grosso terreno a vigneto (in spagnolo "finca") in quest'ultima città, che lo vide anche divenire console per la Svizzera. La famiglia si espanse così in tutta l'Argentina e qualche volta la discendenza ha subìto cambiamenti di cognome (dai Llaryora, Malone e Albi di Buenos Aires ai Del Prete di La Plata), ma il nome dei Ferretti è ancora vivo in diverse località argentine tra cui quella di Chascomus. Anche grazie alle potenzialità di Internet e delle banche dati online, oggi i discendenti argentini dei Ferretti-Alberti sono in contatto coi loro parenti in Ticino.
Curiosità
Anche in Argentina esiste una Lugano o un Ticino?
Sì, anche se non si tratta di una città, ma di un quartiere (gli abitanti, in compenso, sono di più rispetto alla controparte ticinese!). Uno dei quartieri della periferia sud-ovest di Buenos Aires si chiama infatti Villa Lugano ed è popolata da circa 120 mila cittadini. Fu fondata da Giuseppe (José) Soldati che, in onore della sua stirpe,battezzò un altro quartiere della capitale argentina Villa Soldati. Anche in Paraguay non manca una località dedicata a un ticinese: là dove il naturalista Mosè Bertoni installò la colonia "Guillermo Tell", ora è presente una località nominata Puerto Bertoni.
In Argentina, in provincia di Còrdoba, esiste poi una città chiamata Ticino, fondata nel 1911 dal ticinese Giovanni (Juan) Thiele (di Mendrisio) e dall’italiano Riccardo Simonini. Quando Thiele arrivò in Argentina nel 1909, comprò diversi terreni e fece sì che questi fossero tracciati dalla ferrovia Central Argentino: nel momento in cui dovette dare un nome alla stazione ferroviaria, decise di chiamarla con lo stesso nome del cantone svizzero in cui era nato. Subito dopo, Thiele e Simonini iniziarono la costruzione del villaggio che oggi conta 2'188 abitanti (secondo il censimento del 2010). In seguito, Giovanni Thiele e Riccardo Simonini tornarono uno in Svizzera e l’altro in Italia, dove morirono. Thiele è attualmente sepolto al cimitero di Mendrisio e la sua lapide si trova nella cappella di famiglia.