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Il Cile è uno dei paesi più toccati dall'emigrazione ticinese, come dimostra la storia di quattro fratelli della famiglia Ceppi provenienti da Morbio Superiore, immortalata di recente da un loro discendente: Enrique Ceppi di Santiago del Cile. In Los Hermanos Ceppi Rossetti 1852-1942 - Historia de cuatro constructores suizos en Chile (lungo 294 pagine e tradotto parzialmente in italiano da Eros Ceppi, suo parente), l'autore descrive la vita e i risultati di questi emigranti nel campo del commercio, dell'architettura e della lavorazione del marmo a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Un'operosità che ha portato a un'ampia progenie, molto radicata nel Paese sudamericano.
Tutto cominciò nel 1852, quando Benito Rossetti Bossi emigrò in Cile. Avviò una ditta per l'intaglio del marmo e una ventina d'anni dopo l'affidò ai figli di sua sorella Maria e di suo cognato Giuseppe Ceppi. Il primo a emigrare fu Giovanni, subito ribattezzato Juan: si imbarcò su un bastimento della compagnia Pacific Steam Navigation Company, percorse lo stretto di Magellano e sbarcò a Valparaiso dopo otto settimane di navigazione. Alla morte dello zio Benito (nel 1876) ereditò l'impresa e chiese l'aiuto di uno dei fratelli: a partire stavolta fu Ermenegildo, di 13 anni appena, che in Cile si laureò come ingegnere e architetto per poi lavorare per lo Stato cileno; darà vita e lustro a numerose attività immobiliari e opere architettoniche tuttora visibili a Santiago.
Nel 1885 Giovanni tornò a Morbio Superiore per trovare moglie e convincere Giacomo a trasferirsi in Cile. Riesce in ambedue gli obiettivi: si sposò con Rosa e fece il viaggio di ritorno in compagnia di lei e del fratello 19.enne. L'azienda crebbe e si specializzò nella preparazione del gesso e nella progettazione di opere pubbliche, arrivando a fabbricare altari, balaustre e fioriere, ma anche ponti e bacini. Tracce del loro lavoro si trovano per esempio nel palazzo del “Congreso Nacional" e nel “ Cemeterio General“ di Santiago.
Nel 1896 anche Pietro (all'età di 47 anni) raggiunse in Cile i tre fratelli dando sempre più ampio respiro a un impero commerciale che toccò altri settori - dal commercio di legname al mercato immobiliare, passando per il settore minerario. I loro discendenti – oggi sono ancora numerosi i Ceppi, specialmente a Santiago – ricordano le animate discussioni tra di loro in dialetto ticinese, utilizzato per non farsi comprendere dagli impiegati locali.
Come detto, sono numerosi i cittadini cileni di discendenza ticinese che ancora oggi si chiamano Ceppi, soprattutto a Santiago. Una menzione particolare va a Sergio Ceppi, figlio di Ermenegildo e padre di Enrique che ha stilato la storia di questi quattro fratelli. Docente universitario, scrittore e rappresentante del governo cileno presso la Organizzazione degli Stati Americani a Washington, a metà del Novecento donò un terreno per la costruzione di una palestra per la pratica della pallacanestro e la promozione dei valori dati da questo sport . Nel 1950 è così stato fondato il “Club Deportivo Sergio Ceppi“ che oggi coinvolge circa 300 giocatori e le loro famiglie.