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I bleniesi, le castagne, Parigi

L'emigrazione verso la Francia è parte fondante della storia e della cultura della Val di Blenio, soprattutto nel periodo compreso tra l’inizio del XIX e la seconda metà del XX secolo. In quegli anni, infatti, centinaia di bleniesi lasciavano periodicamente le proprie case per trasferirsi nelle maggiori città transalpine (Parigi su tutte) ed esercitare professioni di vario tipo – marronai, fruttivendoli, camerieri, cuochi, pasticceri, impiegati alberghieri…

Alcuni mestieri imponevano invece un rispetto certosino delle stagioni: le grandi selve castanili che contraddistinguono ancora oggi il territorio portarono molte persone a intraprendere la carriera di marronai e a partire per Parigi all'inizio di settembre, per poi tornare tra gennaio e febbraio; un’abitudine che nella solo Malvaglia coinvolgeva fino a 170 persone alla volta e che ha portato Silvio Celeste Righenzi (1864-1974) ad arricchirsi e a costruire Casa Baggi, tuttora esistente.

Alla vendita di castagne spesso si univa quella di dolci e gelati, come dimostra il caso di un certo Domenico Cozza di Leontica che tra il 1826 e il 1856 fu "chocolatier et glacier" nella capitale francese. Ma la tradizione del cioccolato bleniese a Parigi non si ferma qui: quattro membri della famiglia Guidicelli e Giacomo Bruschi (provenienti da Leontica, Aquila, Olivone e Ponte Valentino) approdarono in città nel 1840 per lavorare come "chocolatier" e anche Luigi Maestrani - parente di Aquilino Maestrani che fondò nel 1852 la fabbrica di cioccolato Maestrani in Svizzera tedesca - si trasferì qui per lavorare con cacao e affini.

Curiosità

Cosa comportava la "partenza di massa" degli emigranti?

Il contraccolpo più netto alla realtà socioeconomica della valle riguardava il numero di abitanti. L'emigrazione periodica arrivava infatti a spopolare la valle, con una demografia ballerina che poteva passare dalle 1138 unità nel 1869 alle 467 (con un calo del 59%) registrate appena un anno più tardi; a partire erano soprattutto adulti di sesso maschile di età compresa tra i 18 e i 50 anni. In secondo luogo, è interessante notare come le tradizioni familiari abbiano portato a una specializzazione locale: per esempio, sappiamo che Malvaglia, Prugiasco e Leontica erano generalmente Comuni di fruttivendoli, marronai e alberghieri, mentre da Semione, Dongio, Olivone e a Ghirone partivano negozianti, camerieri e cuochi diretti nelle varie regioni della Francia.