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Inventario delle cappelle e dei dipinti murali

Le cappelle – altrove designate anche come altarini, capitelli, cappellette, santelle, edicole o tabernacoli – e i dipinti murali devozionali realizzati sulle pareti di edifici non religiosi formano un patrimonio culturale cospicuo e ripartito nell’intera Svizzera italiana. Risalenti a un arco cronologico esteso dal XV al XXI secolo, queste opere presentano un'iconografia assai variata. La loro diffusione fin negli angoli più discosti del territorio attesta la continua ricerca di un dialogo con il divino da parte di donne, uomini e intere comunità.

L'inventario è il frutto di diverse campagne di rilievo susseguitesi in modo non continuativo tra il 1979 e il 2022, coordinate dapprima dall'Ufficio dei musei e in seguito dal CDE, in collaborazione con l’Ufficio dei beni culturali, l’Associazione per la protezione del patrimonio artistico e architettonico di Valmaggia (APAV) e con alcuni musei regionali nei rispettivi comprensori. L’intero territorio del Sopraceneri è stato repertoriato in maniera significativa, documentando e descrivendo circa 3’400 oggetti; per il Luganese e il Mendrisiotto, distretti che pur vantano un ricco patrimonio artistico, le attestazioni sinora raccolte sono invece solo sporadiche e frammentarie; pertanto si rimanda la messa a disposizione dei dati a quando i rilievi saranno più sistematici.

La pubblicazione dei dati dell’inventario avviene principalmente tramite due canali:
- una mappa dinamica liberamente accessibile online tramite la piattaforma Geoportale Ticino (geocategoria Popolazione, società e cultura), in cui tutti gli oggetti censiti sono georeferenziati, identificati per tipologia e corredati da una fotografia e da un descrittivo dettagliato (con informazioni riguardanti la realizzazione, le decorazioni, lo stato di conservazione e i riferimenti alla documentazione disponibile);
- le collezioni online del CDE, in cui è consultabile un numero più elevato di fotografie (in Archivio immagini) e, in un secondo tempo, saranno ricercabili anche le schede dettagliate dei singoli manufatti (in Collezioni di oggetti).
La valorizzazione di questi materiali sarà accompagnata anche da una pubblicazione cartacea a più mani, che intende offrire spunti di lettura del fenomeno da varie prospettive.

Le descrizioni degli oggetti si riferiscono perlopiù al momento del rilievo; per questo è possibile che vi siano delle incongruenze con la situazione odierna, dovute a successivi interventi (restauro, ricostruzione, distruzione) o al deperimento per il trascorrere del tempo. Si invita quindi cortesemente chi avesse ulteriori informazioni sui singoli manufatti, oppure chi fosse a conoscenza di beni non censiti, a contribuire all’aggiornamento dei dati contattando il nostro ufficio (decs-cde(at)ti.ch).