La scuola che verrà - Proposte per una riforma tra continuità e innovazione - page 53

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Progettodi apprendimentocooperativo inunaquintaelementare
Contesto
Anno scolastico 2014/2015, unaquinta elementare scolasticamente forte, i bambini sono tendenzialmente competitivi
tra loro, poco inclini a collaborare, una solabambina - Giada (nome di fantasia) - presentadifficoltàdi apprendimento
di una certa importanza e faticaa relazionarsi con i compagni, risulta emarginata. Il docente titolare èmolto disponibi-
le, flessibile, aperto anuovemodalità, e haunabuona relazione con ladocente di sostegno pedagogico. I due si chinano
sullaquestione, preoccupati per labambina, per l’atteggiamento competitivo piuttosto che collaborativo all’interno
della classe, e si chiedono cosapossono fare insieme per favorire le relazioni tra i bambini e unamaggiore integrazione
di Giada. Dopo unbreve periodo di riflessione comune e studio della letteratura, decidono di implementare unprogetto
di apprendimento cooperativo, in cui ogni allievo contribuisce ed è indispensabile al successo del compito, ognuno
assume un ruolo specifico, e la responsabilità è condivisada tutti.
Organizzazione
Il docente titolare e ladocente di sostegno pedagogico lavorano insieme nellapreparazione e nella conduzione delle
attività, e regolarmente riflettono insieme sulle regolazioni daapportare.
Decidono di proporre agli allievi unprogetto sul temadei proverbi, che durerà tutto l’anno scolastico, e che sfocerànella
presentazione delle produzioni a tutta la classe e eventualmente all’istituto. Costituiscono i gruppi di allievi – il cui as-
setto cambia ogni due-tre settimane per permettere ai bambini di esperire la cooperazione conbambini diversi – tenen-
do conto delle loro competenze sociali e scolastiche, del loro grado di ‘popolarità’, dimodo che ogni bambino all’interno
del gruppo possa e debbaassumere un ruolo indispensabile. Le attività vengono proposte due-tre volte a settimana.
All’inizio, il ruolo dei due docenti nella conduzione dei gruppi è più ‘attivo’ e di guida, di facilitatore emediatore, poiché
i bambini non sono abituati a lavorare conquestemodalità. Gradualmente, i docenti possono ‘allontanarsi’ e rimanere
perlopiù sullo sfondo come supervisori.
Valutazionedell’esperienza
L’obiettivo del progetto è stato raggiunto, inquanto i bambini della classe hanno imparato a lavorare insieme per un
obiettivo comune, anegoziare, adassumersi la responsabilitànel gruppo e a essere attivi nel processo di apprendi-
mento. Il docente titolare si dicemolto soddisfatto dell’esperienza, perché hanotato gli esiti positivi sulla classe e sulla
motivazione degli allievi. Benché questamodalitàdi lavoro richiedamolto tempo per lapreparazione, l’organizzazione e
la regolazione e la capacitàdi ‘lasciarsi sorprendere’ dagli allievi, vorrebbe continuare a lavorare inquestomodo anche
in futuro. Daparte sua, ladocente di sostegno è soddisfatta, e ritiene che questadovrebbe essere unamodalitàdi
lavoro usuale e ricorrente.
Affinché la collaborazione con i docenti di sostegno sia generalizzata e praticata inmodo co-
erente in tutte le realtà scolastiche si propongono lemodalità organizzative seguenti: in prima
elementare il docente di sostegno e il docente titolare collaborano all’interno della classe,
mentre gli interventi individuali sono svolti unicamente in casi eccezionali. Nelle altre classi è
promossa lamessa a disposizione di circa 1/3 del tempo di lavoro del docente di sostegno a
favore della collaborazione.
Nelle scuolemedie si vuole promuovere lamessa a disposizione di circa 1/3 del tempo di la-
vorodel docentedi sostegno a favoredella collaborazione. Imesi di settembreeottobre sono
dedicati soprattutto alle classi prime e seconde; in seguito si potrà valutare secondo il bisogno.
Co-insegnamento con gli altri operatori (docente d’appoggio, educatore, operatore di sostegno
specializzato, operatore casi difficili, docente per alloglotti, operatore della differenziazione
curricolare, ecc.)
L’inclusione scolastica è supportata inTicino da molteplici misure, la cui struttura e organiz-
zazione ha subito diversemodifiche nel corso degli anni, trasformandosi parallelamente all’e-
voluzione della società.Di fronte a nuove problematiche e a nuove richieste (alloglotti, allievi
ingestibili, ecc.), la risposta politica è consistita nell’aggiunta progressiva di figure chiamate a
rispondere a queste nuove forme di disagio scolastico.Alla figura del ‘docente di recupero’
dei primi anni Settanta se ne sono aggiunte molte altre creando un sistema relativamente
complesso che è stato confrontato nel tempo a modifiche legislative e organizzative impor-
tanti. Se questo ha permesso da un lato di affrontare inmaniera più efficace il problema del
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