La scuola che verrà - Proposte per una riforma tra continuità e innovazione - page 48

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nari/titolari, docenti di materie speciali, docenti di sostegno, orientatore interno all’istituto, altri
operatori interni ed esterni.
A questo proposito viene spesso sottolineato come questo tipo di collaborazione sia stretta-
mente legato alla cultura dell’istituto scolastico e a un insieme di valori, simboli e pratiche con-
divise all’interno di quest’ultimo: la collaborazione è quindi influenzata dal modello relazionale
che caratterizza la scuola. Il contatto tra colleghi, esperti, direttori, ispettori e altre figure con
profili, formazioni ed esperienze diverse, permette ad ognuno di apprendere, di perfezionarsi
nel propriomestiere, ma anche di creare una cultura professionale fatta di attitudini, valori e
modi di fare condivisi all’interno di un istituto, di un gruppo di professionisti o di una comunità
più allargata. I gruppi nei quali la collaborazione èmeglio sviluppata sono proprio quelli dove
tutti i professionisti condividono una responsabilità collettiva per i propri alunni, indipendente-
mente dal ruolo o dalla disciplina.
In questo senso il ruolo assunto dalla direzione scolastica si rivela centrale nella gestione
dei processi pedagogici. La scuola, come già sottolineato, è infatti assimilabile a un ‘sistema di
esperti’ all’interno del quale l’autonomia e la professionalità di ognuno permette il buon fun-
zionamento del sistema. La direzione ha dunque il compito di creare le condizioni quadro e di
definireunorientamento generale all’internodel quale i docenti possano indirizzare leproprie
pratiche. Questo avviene ad esempio attraverso una condivisione dei principi pedagogici e
didattici,ma anche attraverso la creazione di momenti che promuovano la collaborazione e il
coordinamento tra insegnanti.
La creazione di comunità professionali di apprendimento può ad esempio contribuire a rego-
lare l’equilibrio interno all’istituto. In quest’ottica l’elaborazione di Progetti Educativi di Istituto
(PEI), di cui quasi tutti gli istituti di scuolamedia si sono dotati negli scorsi anni, rappresenta un
ottimo esempio. L’insieme degli attori che operano nell’istituto partecipa in effetti all’elabora-
zione di questi progetti educativi, collaborando nella definizione di finalità, obiettivi emodalità.
Attraverso
la Scuola che verrà
si vogliono incoraggiare le iniziative già in atto negli istituti scola-
stici,ma anche lo sviluppo di nuovemodalità collaborative mettendo a disposizionemomenti
di condivisione, ma anche spazi adeguati in modo che i diversi professionisti si sentanomag-
giormente incoraggiati a collaborare.
Le riunioni di ciclopresso l’Istituto scolasticodi Ascona
Contesto
Le riunioni di ciclo sono svolte dadiciassette anni presso l’istituto scolastico di Ascona. Se la struttura e l’organizza-
zione sonomutate nel tempo, gli obiettivi sono rimasti invariati. Anche il nome non èmai cambiato ed è un retaggio di
quando gli incontri si svolgevano per ciclo e nonper classe come attualmente.
Le riunioni di ciclo sonoun tempo euno spazioall’internodel quale i diversi operatori si riunisconoper affrontareassieme
situazioni chepreoccupano i docenti siadal puntodi vistadell’apprendimento chedel comportamentodei loroallievi.
Agli incontri partecipano i docenti titolari delle classi coinvolte, il direttore, ladocente del Servizio di Sostegno pedagogi-
co, la logopedista e, adipendenzadelle necessità, anche i docenti dellematerie speciali e quelli per allievi alloglotti.
Organizzazione
Una settimanaprimadelladataprestabilitaper la riunione il docente consegnaalladirezione una scheda che riporta le
situazioni che vorrebbe discutere nell’ambito della riunione. Inquesto documento sono presentati imotivi generali che
preoccupanomaggiormente rispetto all’allievo, quali difficoltà e caratteristiche positive sono evidenziate nell’adattarsi
alla vita scolastica, i punti forti e i punti deboli nell’apprendimento disciplinare, quali provvedimenti sono già statimes-
si inatto e quali sono le ipotesi di progetto futuro. Laduratadella riunione è solitamente attorno all’ora emezzanella
quale, dopo unapresentazione della situazione, si discute ingruppo per cercare di trovare una o più soluzioni per risol-
verla. L’incontro può sfociare in segnalazioni al SSP, nello sviluppo di piccoli progetti o in valutazioni piùapprofondite.
La frequenzadegli incontri dipende dalla classe e dal periodo dell’anno (per le quinte e le quarte ci si trova solitamente
due volte per anno,mentre per le terze, seconde, prime e per la scuoladell’infanzia la cadenza è solitamente ogni due
mesi. Anche decisioni importanti come i rinvii e le ripetizioni vengono sempre prese collettivamente.
Messaadisposizionedegli
istituti scolastici dimomenti
di condivisione e spazi
adeguati inmododa favorire
lapromozionedi una cultura
collaborativa.
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