La scuola che verrà - Proposte per una riforma tra continuità e innovazione - page 46

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pratica professionalenellequali si possanodiscutere e condivideredifficoltà epistedi sviluppo.
Questo approccio ha il merito di conciliare professionalità e autonomia con la coerenza di un
sistema scolastico che vuole e deve perseguire degli obiettivi strategici. La proposta di colloca-
re il principiodell’autonomia all’internodi una visione che considera la scuola comeun sistema
di esperti permette di bilanciare e accoppiare l’indispensabile margine di manovra del quale
il docente deve disporre per poter organizzare e mettere in atto processi di insegnamento
adeguati e adattati alle singole situazioni, con le aspettative attribuite alla scuola dal sistema
educativo, dallo Stato e dalla società.
Ciò non significa in nessun caso, nel rispetto del principio di autonomia, che il singolo docente
abbia l’obbligo di un risultato determinato in relazione a un singolo allievo,ma piuttosto che in
quantoprofessionista, l’insegnanteè consapevoledi essere iscritto inun sistema edi esprimere
la sua professionalità in funzione delle finalità definite da quest’ultimo. In altre parole, l’ideale
a cui tendere è quello di un docente-professionista, capace di condurre attività pratiche che
presuppongono una considerevole componente intellettuale e di lavorare in autonomia in
seno a una collettività che regola il suo operato professionale.
La dimensione collettiva e comunitaria rappresenta in effetti una componente centrale dei
sistemi di esperti. Se è vero che il principio di autonomia richiede al docente indipendenza,
capacità di autovalutazione edi riflessione sul propriooperato, è altrettanto vero che a queste
attitudini si affianca l’esigenza di una condivisione e uno scambio tra i docenti stessi, nonché il
confronto con chi all’interno della comunità scolastica è chiamato a gestire i processi pedago-
gici. I quadri scolastici e le direzioni assumono in effetti un ruolo determinante nel creare con-
dizioni favorevoli per l’eserciziodi una gestione autonoma delle attività di insegnamento: essi si
pongono pertanto comemediatori tra il ‘sistema scuola’ e il sistema di esperti rappresentato
dalle comunità scolastiche, definendo orientamenti locali che declinano gli orientamenti stra-
tegici globali in funzione delle specificità della comunità scolastica, verificandone l’attuazione e
creando così condizioni quadro a sostegno dell’autonomia.
Adottando il modello del sistema di esperti come strumento concettuale per superare il pa-
radosso di cui sopra, le proposte del progetto di riforma si focalizzano su una delle dinamiche
centrali al modello, ovvero la collaborazione. In effetti, all’interno di questo quadro tutti gli
attori che gravitano attorno al mondo della scuola sono chiamati sempre più a collaborare.
Nellepagine seguenti sarannodunqueesposte lemodalità attraverso lequali la collaborazione
può prendere forma all’interno delle comunità scolastiche e contribuire all’implementazione
dei molti sistemi di esperti che compongono il sistema della scuola ticinese.
La collaborazione
La collaborazione all’internodegli istituti scolastici è semprepiùpercepita comeun ingrediente
indispensabile per migliorare la pratica pedagogica ed è quindi un vettore prezioso di ogni
riforma scolastica significativa. È proprio in questo senso che uno dei principali obiettivi della
Scuola che verrà
è quello di generalizzare, di rendere reali e realizzabili le pratiche di collabora-
zione all’interno degli istituti scolastici.
La collaborazione può essere definita come l’interazione tra professionisti che coprono diverse
aree di competenza e condividono responsabilità e obiettivi in funzione di un’azione comune
efficace rivolta all’allievo. In questo senso, le pratiche che contribuiscono all’azione educativa e
allo svolgimento dellamissione della scuola devono essere oggetto di concertazione e collabo-
razione.Quest’ultima ingloba tutta una seriedi pratichedi cui èparte anche il co-insegnamento.
Nella realtà scolastica ticinese pratiche di collaborazione sono già presenti in molti istituti da
diversi anni.All’interno del numero 322 della rivista
Scuola ticinese
sono descritte numerose
esperienze di questo tipo svolte sul territorio cantonale a diversi livelli.
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