Centro di dialettologia e di etnografia - page 9

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DeNeDAA
DeNeDAA
orientale il 6 gennaio, ma per lo piùnel periodo
primaverile, inparticolare il 25 o 28marzo, il 2,
il 19o il 20aprile, il 20maggio, o inaltredatean-
cora [13]. Fu solo apartiredal
IV
secolo che il 25
dicembre venne fissato come giorno natale di
GesùCristo, perdisposizionedell’imperatoreCo-
stantino, alla quale la Chiesa orientale aderì, e
nemmeno totalmente, solo due secoli più tardi.
egli,nel tentativodi rafforzare l’unitàdel suo im-
pero, volle far coincidere la festa della rinascita
del sole, il Sol Invictus, con quella della nascita
diCristo, creando in talmodoun sincretismo fra
Mitraismo, il cultodiMitra, divinitàsolare,molto
vivo inquel periodoaRoma, eCristianesimo.La
ricorrenza cristiana venne pertanto a sovrap-
porsi, e col tempoa sostituirsi, ai festeggiamenti
pagani per il solstizio invernale che, come le fe-
ste dei Saturnali che si erano appena concluse,
erano contraddistinti da numerosi eccessi e sov-
vertimenti sociali di cui ancor oggi si riscontrano
tracce indiverseusanzepopolari [14].Nellascelta
delladataha verosimilmente avutoun ruolo an-
che il fatto che in quello stesso giorno sarebbero
nati ilBuddhaealcunedivinitàdi altre religioni
orientali (Dioniso,Mitra, Dusares) [15].
Aquesta interpretazione, ampiamentediffusa
e accettata, sene affiancaun’altra, che, pur non
escludendo un influsso della ricorrenza pagana,
ritiene lasceltadelladatadirettamente collegata
alla storia cristiana, secondo la quale il 25 di-
cembre si pone come naturale scadenza del pe-
riododi gestazionedellaMadrediDio, novemesi
dopo il concepimentodiGesù, che iprimi cristiani
ritenevano fosse avvenuto il 25marzo, la stessa
datadella suamorte, a33 anni esatti [16].
Le due spiegazioni, apparentemente contrap-
poste, potrebbero in effetti anche coesistere.
1.3. Festadella famiglia
IlNataleèdiventatoormaida tempo, purcon
qualche eccezione, una festadella famiglia,mo-
tivo di ricongiungimento con i propri cari e oc-
casione per passare con loro la ricorrenza:
a
Natáligambsótaaltavulcuitöödacá
, aNa-
tale le gambe sotto il tavolo con i tuoi familiari
(Gravesano [17]),
parNatálifiööivannincá
grandaadisná
, aNatale i figlivanno incasadei
genitori a pranzare (Mendrisio),
ifèstdeNatál
m’ópassáiinsèmasóttarcapadocamígn
, le fe-
ste natalizie le passeremo insieme sotto la cap-
pa del camino: nell’intimità domestica (Mergo-
scia),
aldídaDenedèeognintúnalsòfogorèe
(Claro), il giorno di Natale ognuno lo trascorre
al proprio focolare: a casapropria; cfr. nelVare-
sotto
urNatálbunelsefaincantún
, il Natale
buono lo si passanel canto del focolare [18] e v.
inoltre il par. 1.17.2.
Nel rispetto di questa atmosfera si evitava
pertanto di recarsi in casa d’altri (ma indiverse
localitàeradiffusa, e inparte loèancora, l’usan-
zadi andarealmattinoa faregli auguri aparenti
e conoscenti, v. il par. 1.8.):
aNatálasvaatro-
vaanisci®n
(Biasca [19]),
indrafèstedeDenedaa
igh’ènussúnchesvaatrovaa
(Breno), aNatale
non si va a trovar nessuno,
eldídeNatálesva
míaincádiièlcarómpisquèll
, il giorno diNa-
tale non si va nelle case altrui a rompere le sco-
delle: a disturbare (Brissago). La prescrizione
era strettamente osservata pure nell’alta Valle
del Vedeggio, dove, per rispetto o per evitare
eventuali tentazioni, nel giorno della festa le
osterie rimanevano chiuse [20]. Tale consuetu-
dine doveva essere ben radicata, se giàall’inizio
dell’Ottocento il corrispondentedelDipartimento
Fig.25.Affrescorappresentante laNativitànellachie-
sadiS.CarloaNegrentino,Prugiasco,attribuitoadAn-
toniodaTradate, sec.
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(UBC; fot.AtelierMattei).
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