Centro di dialettologia e di etnografia - page 12

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DeNeDAA
DeNeDAA
non tutti gli anni di seguito.Tutto il contrarioav-
viene de’
marronari,fabbricatoridicioccolatte,
vaccarie
facchini
: abbandonano essi il paese in
autunno
, ed il riveggono di
primavera
» [34]. Per
lenire lamalinconiaeonoraredegnamente la fe-
sta, poteva accadere che qualcuno si spingesse
perfinoa compiereun’azione illecita, comeèstato
il caso di alcuni ticinesi che lavoravano come fa-
legnami presso l’albergoKulm di SanktMoritz:
olprimannolmèpòropáechialtriivörévabév
unabotigliadesciampágnperchèl’évaNatál.
Cióla,náacrompala,lacostavacencinquanta
franchlá,nabotigliadequilí.Emígh’òdíi:«A
laròbimí»
, il primoanno ilmiopoveropapàegli
altri volevano bere una bottiglia di
champagne
perchéeraNatale.Caspita, andarea comperarla,
là costava 150 franchi, una bottigliadi quelle lì.
e io gli ho detto: «La rubo io» (Tesserete [35]).
Oggi le condizioni sono inparte cambiateean-
che se il Natale rimane il momento privilegiato
per le riunioni familiari, c’è chi scegliedi trascor-
rerlo diversamente:
unavòltaparfestegiaaisa
radünavatüccincá,invéciadèssagan’ètantiche
aNatálivaascïaa
, una volta per festeggiare si
riunivano tutti in casa, invece adesso ce ne sono
tanti che aNatale vanno a sciare (Malc. [36]).
1.4. Scadenze
La festività di Natale compare spesso come
scadenzaper il rinnovodi alcune caricheoper la
verifica dell’attività svolta. Così il 7 luglio 1505
l’assemblea dei vicini di Isone nomina tre suoi
procuratorichedovrannogestire levenditedibe-
ni del comunee resteranno in carica finoaNata-
le[37];nellaversionesettecentescadel librodegli
Ordini del comune di Giumaglio si dispone che
«solo ilComunehabbi sempre il jusd’acrescereo
sminuire li capitoli del presente volume…nella
mutazionesudettadeConsolicioènelleFestedel
Santo
Natale
enonaltrimenti»[38];analogamen-
teneglistatutidiVergelettodel1796sistabilisce
che«li campariabbia l’obbligodidarneconto…a
chi saraCanceliere protempore per il Santo
Na-
tale
» [39] e inquellidel1812diPoschiavosi indi-
cacheunanziano, caricacorrispondenteaquella
di capodialcuni consorzidiutilitàpubblica, sarà
nominatoda«ogniContratanelleSante
FesteNa-
talizie
» (v.≠
anzián
).Comedatadiriferimento il
Natale compare negli Ordini di Giumaglio so-
praccitati,dovesidisponedi «cintare ilSalecchio
diDallovigoamurodell’altezzadiduebrazzacir-
ca» con l’indicazione che «tutti li particolari deb-
bano averlo cintato per il
santoNatale
prossimo
venturo» [40].La festivitàèmenzionataneidocu-
menti anche come termine per pagamenti di va-
rianatura: il 2 luglio1451DomenicodettoAmo-
rosio di Camignolo promette di restituire entro
Natale 12 lire di terzoli avuti in deposito dalla
chiesadiS.PietrodiCamignolo;il4febbraio1483
Martinodel fuLuganoLepori diSalasi impegna
a ridare entro Natale otto ducati d’oro avuti in
prestito; il18agosto1509Domenicodel fuStefa-
noPoroli di Lugaggiadichiara cheverserà entro
Natale14 lire e otto soldi di terzoli apagamento
diunaquantitàdi granoacquistata [41]; il 27 lu-
glio 1837 il consoleLorenzoFondino eGioseppe
Marna incaricano il mastro Gioseppe Antonio
GiosuèdicostruireunastallasuimontidiArvigo,
stabilendo che il pagamento dovrà essere effet-
tuato «entro il santo
Natale
prosimodel anno co-
rente» [42].
Il giorno diNatale, compresaa volte la vigilia
e la settimana successiva, figura ripetutamente
(la prima attestazione è del 1354 [43]) fra i mo-
menti nei quali i fedeli potevano lucrare indul-
genze, recandosi nelle chiese, pregandoe lascian-
doofferte; inundocumentodel 1475 circasi parla
diuna litenellaparrocchiadiMairengo, originata
fra l’altro dal fatto che i preti del luogo si erano
impossessati di un «gambium carnium porcel-
line», lasciato sul ceppo delle offerte alla chiesa
per la «luminaria» [44].
Anche in tempi recenti ladatapuòesseredi ri-
ferimento per effettuare pagamenti, sia in rela-
zionea contratti d’affitto, comequellodescritto in
un raccontodi Stabio cheprevede che il fittavolo
consegni al padrone il giornodellavigilia «dodici
polli piùun tacchino» [45], siapiùsemplicemente
a saldo di debiti contratti lungo l’anno:
chíagh’é
erbotéga:lamarcapellibrètt,ma,aDenedaa,la
végnatòttelciónn
, qui c’è il negozio: [la titolare]
segna sul libretto, ma, perNatale, viene a pren-
derti ilmaiale: inmododasaldare il debitosenon
lo si era fatto prima (Lavertezzo [46]). Il riferi-
mento al maiale si spiega con il fatto che è in
questo periodo che tradizionalmente viene ma-
cellato:
aDenedaal’aghpiantanomazzada:l’al
mèttgiúentel’aquasbroiéntaepéel’aldròpapar
faapanzètt,luganighepressú
, aNatale gli asse-
staunamazzata: lomettenell’acquabollenteepoi
lo usa per fare pancette, luganighe e prosciutti
(Lumino [47]). In Bregaglia, il 24 dicembre si
usava uccidere un vitello per il pranzo di Natale
e inquell’occasionepotevacapitaredi sentire la fi-
lastrocca:
güzzagüzzacurtalín!Ladumánl’éldí
dpuscín,güzzagüzzabéllgüzzèr,cadumánl’él
dídNadèl
, affila affila coltellino! Domani è il
giorno del vitellino, affila affila bell’affilare, che
domani è il giorno di Natale (Vicosoprano [48]).
Di questo periodo è pure la consuetudine di
bere il vino novello per la prima volta:
chèllnév
oml’intémnadomáaNatál
, quellonuovo inizia-
mo a consumarlo soltanto a Natale (Roveredo
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