Centro di dialettologia e di etnografia - page 16

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DeNeDAA
DeNeDAA
varanovéna,lamèpòramamalanviavavíal
rosariep∑mcantaval«
Dormi dormi
»;ep∑m
cantava«
Qual rugiada sospirato
»chel’évap∑
onaorazzióncheévafaiulpòrodónMondini
,noi
a casanostraperNatale facevamo lanovena, la
miapoveramamma iniziava il rosario epoi can-
tavamo il «Dormi dormi»; epoi cantavamo «Qual
rugiada sospirato», che era una preghiera che
aveva scritto il defunto donMondini (Lopagno);
quandchel’évalanuvénacantavumsémpruin
cáculamametütt«
Dormi dormi bel Bambin
»o
«
Tu scendi dalle stelle
»
, quando era la novena
cantavamo sempre in casa con lamamma e tut-
ti «Dormi dormi bel Bambin» o «Tu scendi dalle
stelle» (Morbio Inf.). una testimonianza di Giu-
maglio, collocabile circa allametà del Novecen-
to, riferisce che al suono delle campane i bambi-
ni dovevano già essere a letto, altrimenti Gesù
Bambinonon si sarebbe fermatoper lasciar loro
i doni [61].
L’atmosfera era resa ancora più festosa dalla
coincidenza con il ritorno a casadegli emigranti
(v. il par. 1.3.1.):
inpaéstüttisirgh’éracampa-
nadaeligría,parchègh’éraifèstdaDenedaae
alóracuminciavaariváiómanegiuvinòttdavía
palmund,quiicheavévanfiniidalavuráparchè
cuminciavaafáfrécc
, inpaese tutte le sere c’era
scampanio e allegria, perché c’erano le feste di
Natale e allora cominciavano adarrivare gli uo-
mini e i giovanotti che erano via, quelli che ave-
vano finito di lavorare perché cominciava a fare
freddo: quasi tutti erano infatti attivi nell’edili-
zia edovevano interrompere il lavoro in inverno
(Stabio). In diverse località il suono delle cam-
pane della novena era così radicalmente asso-
ciatoal ritornodei propri cari chesi riteneva che
facesse lorodaguidanel viaggiodi rientro:
orso-
naadicampannindranovénel’évefaccpersocór
tüterasgéntchestrovavedenòccarscürinpé-
ne;... alóreorsóndicampannperdóóroguida-
veimaistránvèrsacá,specialméntindranòcc
sénzacolór.Oparévechediséssicampann:din
dòndindan,végn,latspéceramam,perfaan
pasDenedaaerprimdídr’ann
, il suonare delle
campane nella novena era fatto per soccorrere
tutta la gente che si trovava di notte al buio, in
pena; allora il suono delle campane per due ore
guidava gli emigranti verso casa, specialmente
nellanotte buia. Pareva che le campanedicesse-
ro: din don din dan, vieni, ti aspetta lamamma,
per passare in pace Natale e il primo dell’anno
(Fescoggia [62]).Secondounraccontopopolaredi
Sessa il suono delle campane avrebbe addirittu-
ra salvato un emigrante che, a causa del mal-
tempo, si erasmarritoeavevapotutoritrovare la
strada solo grazie ai rintocchi, miracolosamente
uditi dopoaver invocatoS.Martino, laMadonna
e i defunti: come ringraziamento istituì un lasci-
toaffinché tutte leseredaS.Martino (11novem -
bre) aNatale venissero suonate le campane del-
lachiesadedicataal santo.Lapraticavenneperò
avversata dall’autorità ecclesiastica del tempo,
come risulta dal diario del prevosto Alberti che,
lamentando un’eccessiva laicizzazione emonda -
nizzazione dell’usanza, nel 1769 annotò che do-
vette provvedere a «togliere l’abuso di suonare
tutte le campane alle ore cinque di notte comin-
ciandodaSanMartino finoaNatale,appontoper
i gravi disordini e scandali soliti a venire» [63]:
all’epoca dei fatti era ancora in vigore l’ora ita-
liana che iniziava il computo delle ore col tra-
montaredel sole,dimodoche l’usanza,purpren-
dendo ilnomedi
sonaamatín
, si collocavasul far
dellanotte.
1.5.2.2. Suono delle campane
Caratteristica del periodo della novena era il
modo di suonare le campane, diverso dal con-
sueto, chepotevadifferenziarsi dapaeseapaese
o daun campanaro all’altro:
ugh’évanarégula,
lanavadepáinfiöö,cuicampannafasévumun
cuncèrt,sunavumtüttultémpdeNatál,növsir:
ugh’évadivèrsisunád,ògnisunadalagh’évaan-
calnóm,ugh’évauldrizz,ugh’évalasegunda
quarta,ugh’évalafederálep∑ugh’éva…almén
sèttiéva,sicüramént,isunád
, c’era una regola,
si tramandavadi padre in figlio, con le campane
facevamoun concerto, suonavamo tutto il perio-
do di Natale, nove sere: c’erano diversi modi di
suonare, ognuno aveva anche il nome, c’era
ul
drizz
, c’era
lasegundaquarta
, c’era la federalee
poi c’era... almeno sette erano, sicuramente, le
suonate (Rivera);
laspecialitádalGiuvènnl’éva
unacanzónchelasciama«Ladònalombarda»
:
Dònalombarda,dònalombardavöriivegniia
scénaconmí?Dònalombarda,dònalombarda
vöriivegniiascénaconmí?Sísíchevegnaríase
lmèmarílvosaréssmía,sísíchevegnaríasel
mèmarílvosaréssnò.Dònalombarda,dòna
lombardavöriivegniiascénaconmí?Sísí,nò
nò,sísísí,nònòo
, la specialitàdelGiovanni era
unacanzonechesichiama«Ladonna lombarda»:
Donna lombarda, donna lombarda volete venire
a cena conme?Donna lombarda, donna lombar-
da volete venire a cena conme? Sì sì che verrei
semiomaritononprotestasse, sì sì cheverrei se
mio marito non protestasse. Donna lombarda,
donna lombardavoletevenirea cena conme?, sì
sì, no no, sì sì sì, no noo (Minusio).
Questapeculiarità, che permettevadi ricono-
scere la provenienza dei suoni grazie alla suc-
cessionedellesequenzeeal ritmo, eramoltopro-
nunciata in Valle di Blenio, con le campane di
1...,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15 17,18,19,20,21,22,23,24,25,26,...68
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