Centro di dialettologia e di etnografia - page 19

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DeNeDAA
DeNeDAA
questa parte, suonavano questa. Suonavano il
mattutino, e dopo: dan dan. e allora dicevano:
«sentili, adesso vanno amangiare le castagne».
Frammezzoal ribatteresuonavanouna campana
che era il segnale che dovevano andare aman-
giare le castagne odauna famiglia odaun’altra
(Losone [70]).AMoghegno, laseradiS.Tommaso
(21dicembre) il sagrestanooffrivauna cenaa chi
avevasuonato le campane; aMorbio Inferiore in-
vece i ragazzi si recavano direttamente dal par-
roco:
aNatálnavums®dalmunsciúrealuraa
chichefavatütaintrégalanuvénaalmadava
düüpachitt,nus,nisciöll,unpertügall,una
póma,asévumsciuri,alverdévummíananch,al
verdévumgióincá;p∑navumláacatálcali-
cantu,lcalicantugal’évaniss®n,víachelpòru
munsciúr,catavumvíaunbèllrametíndacali-
cantuelpurtavumacá,parchèlcalicantualgh’a
ungranpruf®m
, a Natale salivamo dal monsi-
gnore e allora a chi aveva fatto lanovena intera
dava due pacchetti, noci, nocciole, un’arancia,
unamela, eravamo ricchi, non loaprivamonem-
meno [il pacchetto], lo aprivamo giù in casa; poi
andavamo là a cogliere il calicanto, il calicanto
non l’avevanessuno, tranne che il poveromonsi-
gnore, coglievamo un bel ramettino di calicanto
e lo portavamo a casa, perché il calicanto ha un
granprofumo.
Laddove il compito era stato svolto dal sagre-
stano, gli venivadatounpiccolo compenso, aLe-
ontica costituito dalle castagne che egli riceveva
andando di casa in casa il giorno della vigilia.
Inalcune localitàerariconosciutoanche l’impe-
gnosupplementaredel parroco: cosìnei tre comu-
ni che compongono laparrocchiadiBedano (Gra-
vesano, Bedano eManno), alcuni giorni primadi
Natale i municipi promuovevano una colletta a
suo favore, per le funzioni e le preghiere fatte in
quel periodo [71]; aiMulini di Bioggio, per lano-
vena, gli abitanti della frazionedavanoal parroco
di Bioggio una data quantità di farina di grano-
turco amo’ di decima: la consuetudine fu in pas-
sato all’origine di attriti e contestazioni [72].
1.6. Benedizione delle case
Nella settimana precedente il Natale o nel
giorno stesso della vigilia, nelle terre di rito am-
brosiano il parroco provvedeva alla benedizione
delle case; a Ghirone si presentava addirittura
alle tredelmattino, prima che gli uomini partis-
seroperandareagovernare lebestiesuimontidi
mezzo [73]. Tuttodovevaessere inordinee la ca-
sa pulita a fondo (consuetudine questa comune
anche alle zone di rito romano, cfr. il par. 1.10.):
agh’imdalüstrètüttecambièichèrtdracradén-
za,dumánurivaulprèvadabanasíicá
, dob-
biamo lucidare tutto e cambiare le carte [di rive-
stimento] della credenza, domani arriva il prete
a benedire la casa (Malvaglia),
parNatálolprè-
vadovègnabenesiiicácoicéri¥elsecristaetücc
ifaragataanataaibitacriparfaabèlafigüra
,
perNatale il prete viene a benedire le case con i
chierichetti e il sagrestano e tutti fanno a garaa
pulire le case per fare bella figura (Biasca [74]).
In questa circostanza al parroco veniva fatta
un’offerta [75]:
nisci®nallascianaasénzadagh
ümpòodmonèdaelüioghragalanaquaimistá
onamadaiaatüccicanaia
, nessuno lo lasciaan-
dare senza dargli qualche spicciolo e lui regala
un’immaginetta ounamedagliettaa tutti i bam-
bini (Biasca [76]); aBedrettogli si donava invece
una formaggella che poteva poimettere all’asta,
mentre al sagrestano veniva dato un pane di se-
gale, dono tradizionalegiàattestato indocumenti
antichi: «monachus…habetaquolibet focoquar-
tinam unam et panem in die beneditionis do-
mum» (Lottigna1577[77]); aOlivone ilparroco in-
cassava ladecima indenaro conun complemento
«innatura, spontanea elargizione per l’impartita
benedizione: trattavasi di formaggelle squisite, di
cubetti di burro fresco, di qualche filzadi lugani-
ghe, di unamezza od intera dozzina di uova, di
vasi dimiele, tavolettedi cioccolata, qualchebot-
tiglia di vino a seconda della disponibilità per
ogni famiglia» [78].Anche inMesolcina, fuori del -
l’areaambrosiana, labenedizione era effettuata
prima di Natale: a Roveredo Grigioni si offri-
vano dei salami, dellemortadelle e qualche for-
maggella di latte di capra [79]; aMesocco veni-
vanodonateal sacerdotedue candeledi sego ea
SanVittoreuna roccatadi lino, canapa o seta.
Anche i chierichetti avevano la loro parte,
sotto formadi cibarie edi piccolemance lasciate
cadere nel secchiello dell’acqua santa: si com-
prendequindi come taleruolo fosseambitoesi fa-
cesse di tutto per essere scelti. un’assidua fre-
quentazione delle funzioni dell’ottava deimorti,
laperfetta conoscenzadella liturgiae la capacità
di servire lamessa inmodo ineccepibile costitui-
vano requisiti preferenziali [80].
Di diverso genere enongraditaall’autorità ec-
clesiastica era la pratica segnalata dal vescovo
Feliciano Ninguarda negli atti della sua visita a
Montecarassonel 1591: «lavigiliadi
Natal
...nella
terradi s.Bernardo i custodi dettimonaghetti an-
ticamente hanno usato et usano questo abuso
d’andareconunagalerapienad’acquasantaet con
un aspersorio fanno la croce di detta acqua, et si
fanno dare un soldo per fuoco, et vanno per tutto
il comune, et questo fanno ogni anno» [81].
1.7. Questue
Dicémbarl’èalmésdibonamánpeipòvarepei
fiöö
, dicembre è ilmese dellemance per i poveri
1...,9,10,11,12,13,14,15,16,17,18 20,21,22,23,24,25,26,27,28,29,...68
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