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DACPAPA
DADO
¬ il ted.
Dachpappe
‘wasserdichte Pappe, womit
mandieDächer belegt’ [1], comemolti altri forestie-
rismi dello stesso ambito probabilmente penetrato
tramite l’emigrazione stagionaledimaestranze edili
Oltralpe.
Bibl.: [1] g
rIMM
2.665.
Moretti
DACunDII(dakund
y
)s.m.Companatico, con-
dimento (BrioneVerz.).
Voce compostada
da
‘da’ e≠
condí
‘condire, insa-
porire’.
Gianettoni Grassi
dacüsígn≠
cüsí
dada≠
1
dadái, -daiéri≠
dadaii
DADAII (dada
y
) v. Spettegolare (BrioneVerz.
[1]).
Derivati
dadái s.m. Pettegolo (BrioneVerz.).
dadaiéri s.m. Pettegolata, chiacchiera vana
(BrioneVerz.).
Le voci qui in esame andranno avvicinate a
faa
tatá
‘parlare confusamente, balbettare’ (Brissago),
dàdä
‘parlantina’ (Villa di Chiavenna [2]) e saranno
daricondurreaunabaseonomat.
DA
-/
DAD
(
D
)- ‘voce in-
fantiledi affetto; sciocco’ [3] da cui si hannoanche, in
area francofona, ad es.
dadées
‘battute, risate scioc-
che; racconti vani’,
dadelache
‘parole inutili’,
dade -
yeux
‘narratore noioso’ [4].
Bibl.: [1] S
CAMArA
95. [2]g
IOrgeTTA
-g
HIggI
358,
800. [3] LeI 19.1. [4] FeW3.3.
Gianettoni Grassi
DADAIÓn (dada
-GÇ
) nella locuz.s.
ralògi a –
,
tipo di orologio (giornico).
La locuzione compare inunbreveelenco intradotto
di tipi di orologio, primadi
arògi a brolò
, in cui si ri-
conosce il fr.
breloque
‘ciondolo, piccologioiello che si
appendealla catenadi un orologio, aunnastro, aun
braccialetto’ [1], e potrebbe quindi designareun oro-
logioa collana (v.≠
brilò
,VSI2.956).L’accostamento
del sintagma
adadaión
alle locuz.avv.
adond(ol)ón
,
a dandarón
,
a dondinón
‘penzoloni, ciondoloni’, può
d’altraparte farpensareaunorologioapendoloooro-
logioadondoloemanderebbe la locuz. inesamepiut-
tosto fra i continuatori dellabase*
DAnD
-/*
DInD
-/*
DOnD
-
indicanti un ‘movimento oscillatorio regolare’ [2].
Bibl.: [1] TLF 4.937. [2] LeI 19.93.
Gianettoni Grassi
dadé, -déa≠
Dío
DAD¬nA (dad
k
na) s.f. Catena (Cauco).
Var. di≠
cadéna
, raccoltaaccantoal regolare
ca-
dèna
da g. urech durante le sue inchieste calanc.
condotte negli anni Quaranta del novecento. rima-
ne di difficile spiegazione laqualitàdell’iniziale, che
nonpare trovareulteriori riscontri nel panorama ro-
manzo.
Moretti
dadént≠
dént
dadí≠
dadinanz≠
dananz
DADO
1
(dádo) s.m. Dado.
Var.:
dad
,
dado
,
dadu
;
daa
(SottoC.).
1. Dado da gioco
Tócaa tí tirául dado
, toccaa te tirare il dado:
nel giocodell’oca o inaltri simili (Sorengo),
vé ol
dado
, avere il dado: giocare per primo (Dalpe);
come specifico gioco praticato dagli adulti:
giü-
ghè ai dadi
, giocare ai dadi (Calpiogna);
fá de-
sdòtt con tri dadi
, fare diciotto con tre dadi: ot-
tenere ilmassimochesipossasperare (Caviano);
nell’annuale rievocazione della Passione di ge-
sù, aMendrisio,
ala funziún di Giüdée i giüga-
duudadadi i tirana sòrt lavèstadalSignúr
, al-
la funzione del giovedì santo, i giocatori di dadi
[soldati romani, centurioni] tirano a sorte la tu-
nicadel Signore (v. Fig. 1.).
Le risposte fornite dai corrispondenti per il
VSI, databili agli anni 1915-1925, lasciano in-
tuire che questo passatempo era pochissimo o
per nulla praticato. In passato i diversi tipi di
giochi con i dadi (e di altri oggetti che potessero
farne le veci) erano proibiti in quanto fonte di
possibili disordini e alterchi, inparticolarmodo
nelle osterie [1]; ne fanno fede le varie disposi-
zioni statutarie, stando alle quali si sanciva il
1...,11,12,13,14,15,16,17,18,19,20 22,23,24,25,26,27,28,29,30,31,...68
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