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DAgån
DAgån
reso conto della loro administratione aS.Marti-
no [11novembre]» [4]. Il decanodovevamostrar-
si irreprensibile anche dal punto di vista della
condottamorale; aPoschiavo,nel 1672sihaper-
fino notizia che il «
degan
moderno Antonio An-
dreoscia» era stato allontanato dall’incarico a
causa della supposta implicazione della madre
in fatti di stregoneria [5].
Anche negli statuti e ordinamenti delle anti-
checomunitàrurali relativi alTicinosi fa talvolta
riferimentoallapresenzadiun «decano»della co-
munità: un funzionario retribuito, giurato, con
mansioni di carattereamministrativo.Anchequi
come inVal Poschiavo, egli doveva render conto
del lavorosvolto, inparticolareal consoleealpro-
priosuccessore.Dagli statuti della castellanzadi
Sonvicodel 1438, ades., si apprende che i «
deca-
ni
», dipendenti dai consoli (≠
cónsol
), erano «ob-
bligati accusare come i campari» (v. ≠
campee
),
ossia «inquisire, se vogliono, ogni e qualunque
personaobestie, quali ritroverannoa faredanno»,
dovevano «esigere tutte lemandanzeo condanne»
ed erano tenuti a riscuotere, a San Martino, i
fitti delle terre e i proventi dell’elemosina della
chiesa [6].
gli statuti diBrissagodel 1289-1335 citano la
presenzadi più «decani», ai quali spettavano in-
combenze specifiche: ai «
degani
nemoris» eraaf-
fidata lagestionedei boschi, i «
deganos
campare-
tiae» eranoguardie campestri,mentre i «
deganos
ecclesie» amministravano i beni della chiesa e
raccoglievano le elemosine; questo incarico cor-
rispondevaaquellodel «caneparius» (o «caneva-
rium»), percui v.≠
canavee
‘tesoriere, fabbricere,
canevaro’ [7]. V. inoltre≠
degagna
.
2.Comeappellativosièconservato inValBre-
gaglia, sebbene gli informatori segnalino che si
tratta ormai di voce antiquata [8]:
al daghènn
,
l’usciere del tribunale di circolo (Soglio), a cui
possiamo aggiungere il dato di Poschiavo
degán
,
che tuttavia i Mat. Hauser-Lardelli traducono
dubitativamente con ‘decano’; il termine compa-
redi frequentenella tragicommediadig.A.Mau-
rizio
Lastria
,ambientataai tempidellariforma:
al pudastá e l dagán vanndavènt cunariad’im-
portanza, e la gént tiran ci d’üna banda, ci da
l’altra
, il podestà e l’ufficiale giudiziario si fanno
avanti [tra la folla convenuta per la processione
con le reliquie di San gaudenzio] con aria d’im-
portanza, e la gente si fa chi da una parte chi
dall’altra (Vicosoprano [9]),
tré o quatr’omún… i
énn indacc sün l’üsc, e i ann pruvaa sa quéll éra
evèrt op®r saraa… ié vézz ca l’è l dagán cun tré
giüraa
, tre o quattro uomini si sono avvicinati
all’uscio [dellacasadellapresuntastrega] ehan-
no provato se era aperto o chiuso, [poi] vedo che
sono l’ufficiale giudiziario con tre giurati (Vico-
soprano [10]).
Anche in Bregaglia il termine compare fre-
quentemente nei documenti del passato, nella
redazione in volgare degli statuti civili (1587) e
criminali (1597): «ogni anno il giorno della epi-
fania devono essere eletti i Signori Ministralli
giurati, e
Degani
, secondo l’anticausanza» (1587
[11]).
3. Onomastica
3.1. Come nome di luogo:
Dagán
, prato (Vico-
soprano) e, in formaderiv.,
Daganécc
, prato (So-
glio) [12]; anche a Promontogno, nei pressi del
ponte di Castelmur, vi è una località
Daganécc
,
dove si dice abitasse il decano [13].
3.2. Solo doc., come antroponimo (o forse an-
cora inusoappositivo): «gianus
Decanus
» (Soglio
1509), «ulricus
Decanus
de Provostis» (Stampa
1521); «MartinusCataneusdeCibiasco filius con-
damMartini
degani
» (Bellinzona 1230) [14].
Lat. tardo
DeC
º
nu
(
M
) ‘capo di dieci (uomini)’ [15],
chenel significato 1. ha continuatori soprattuttonei
dial. it. sett. orient.: cfr. ad es. i valtell.
decänu
‘tito-
lo e carica annuale spettante a chi reggeva il comu-
nenell’ancien régime’, friul.
deàn
‘capo, podestà, sin-
daco (dell’antico comune)’, ‘capo del comune rustico’,
venez.
degàn
‘cursore del comune, colui ch’è al soldo
d’unamunicipalitàperserviziode’ capi, perportar le
denunzieetc.’,a.vic. (sec.
xIV
-
xVIII
)
degàn
‘capodivil-
la o di castello’ [16]. – In uso più recente, come pre-
stiti dall’it. [17],
el decán
‘dignitario più anziano di
unacerchiadi ecclesiastici’ (Camorino),
decanu
‘capo
della facoltà’ (passim)
.
Bibl.: C
HeruB
. 2.14, A
ngIOL
. 260.
[1]T
OgnInA
,Comungrande39,89. [2]T
OgnInA
,Ap-
punti 54-55, Comun grande 78,85,88-89,113,153, v.
inoltreM
ArCHIOLI
, Posch. 1.111-112. [3] Stat.Posch.,
cap.21,v.ancheT
OgnInA
,Comungrande147. [4]Stat.
Posch.,cap.23,24,25. [5]O
LgIATI
,Streghe119-120. [6]
r
OVeLLI
, Sonvico 194-195,209,210,221. [7] Cfr. S
AL
-
VIOnI
,elem.volg.152,Scritti1.544,v. inoltreW
IeLICH
,
AST11.250. [8]Cfr.M
AurIzIO
,Clavenna9.137,v.an-
cheg
IACOMeTTI
69. [9] Stria 93.19. [10] Stria104.13.
[11]B
IVeTTI
,QgI25.35;v.ancheB
IVeTTI
,QgI24.173-
180,275-282,25.35-41,120-128. [12]rn1.465,474. [13]
g
uArnerIO
,App.breg. 41.207; v. anchern2.124. [14]
rn 3.642; B
renTAnI
, S.Pietro 1.128. [15] reW 2496,
S
ALVIOnI
-F
ArÉ
, Postille 2496, LeI 19.473-477. [16]
Deeg501,F
AggIn
1.328,DeSF2.577,B
OerIO
177,v.
inoltreP
rATI
, etim.ven. 55, VeI 356, eWD3.41. [17]
DeI2.1221,DeLI
2
434,B
ATTAgLIA
4.69.
Ceccarelli
1...,17,18,19,20,21,22,23,24,25,26 28,29,30,31,32,33,34,35,36,37,...68
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