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DAS
DAS
nadèsa
, è come un rametto di abete: prende su-
bito fuoco, è troppo irascibile. –Frondedi conife-
residavanoalbestiame, soprattuttoquellominu-
to, quando scarseggiava il foraggio (Semione,
Personico, Bedretto [13], Peccia, Campo VMa.,
Vergeletto,Breg. [14]):
unanndasücc,anaséum
acatáradasaperdaghaivacch,
inunannodi sic-
citàandavamoaraccogliere iramettidiconifereda
dareallevacche (Semione [15]). –nellamedicina
popolare:
dasa da viézz par i fümént
, frasche di
abetebiancoper suffumigi (Poschiavo [16]).
2. Altri significati
2.1. Il terminedesignapiùspecificamente il fo-
gliame aghiforme caduto dalle conifere (Caver-
gno,Moghegno,Lostallo,Mesocco,Poschiavo):
la
dasa che cròda sgiúdalapéscen la fórmaunbèll
strat de succ per stramá sótt al bestiám in la
stala
, le foglie che cadonodagli abeti formanoun
bello stratodi strameper fare la lettieraallebe-
stienellastalla (Mesocco [17]),
prima ch’ugnissa
lanèvumnavas® tácèrti coróiapes≤èe lá ludasg
per starnii
, prima che iniziasse a nevicare sali-
vamo super certe cenge a raccogliere gli aghi di
lariceperpreparare la lettiera (Cavergno); – con-
cime prodotto dalla decomposizione degli aghi
delle conifere (Menzonio). –AMesocco, barbadi
bosco, lichene chependedagli abeti; forse inque-
sto senso èda leggere l’attestazionedoc. «questa
piantaera copertade
dasa
» (Soazza1554 [18]). –
AOlivone, squame della corteccia delle conifere
[19].
2.2. AVicosoprano, abete.
3. Locuzioni
A i ò truvó gnè dèsa
, non ho trovato neanche
una fronda: assolutamente nulla (Airolo [20]); –
um fa gnè dèsa
, nonmi fa neanche una fronda:
nonme ne importa (Airolo).
4. usanze, regole
4.1.
A sémnècc a t∑ l das e am fècc i ghirland
parpará lagésadadefò
, siamoandati aprende-
re i ramid’abeteeabbiamo fatto leghirlandeper
addobbarel’esternodellachiesa(Comologno[21]);
ghirlande di frasche intrecciate di abete e pino
mugoabbellivano laportadella chiesa e leporte
di casa degli sposi in occasione delle nozze (So-
praP.,Poschiavo) [22].
4.2.nell’economia tradizionaledi sussistenza
delmondoalpino il consumodi rami e fogliedi co-
niferesi scontravanondi rado con lanecessitàvi-
tale di preservare il patrimonio boschivo: in ag-
giunta alle informazioni fornite dalle fonti
documentariequimenzionateavario titolo, nella
Bregaglia del
xVIII
secolo era ordinato «che tutti
quelli che fanno
dassa
[rami verdi d’abete] non
debbano tagliare nessuna qualità di piante per
far detta
dassa
» (1774 [23]); secondo il corri-
spondentediCampoVMa., lapraticadi
faadas
,
sfrondare gli abeti per procurarsi foraggio, sa-
rebbe vietata; v. anche il deriv.
dasignón
.
5. Toponomastica
Ul Pián dra dasa
, pianoro di bosco (Torre),
Piégn dlu dasg
, bosco (Bignasco),
Pian da dèsg
,
pianoro (Mosogno);
inDaséi
, bosco (Osco) [24]. –
Doc., «buschumde
Daxirollo
» (rossura1397 [25]).
6. Derivati
dasada (Sonogno),
dascèda
(Stampa) s.f. 1.
ramodi conifera (Sonogno). –2. Sortadi treggia
(Stampa [26]).
2. rudimentale traino improvvisato, costitui-
to dadue robusti rami d’abete legati assieme ad
angoloacuto, che i boscaioliutilizzavanoper tra-
sportare legname minuto in luoghi particolar-
mente impervi e scoscesi.
dasignóns.m.Coltredi foglieaghiformi cadu-
te dalle conifere (Soazza).
Inpassato, pernon togliere il nutrimentoalle
piante, la raccoltane sarebbe stata vietata [27].
dasín (Olivone, Poschiavo),
deginn
(Bondo)
s.m. 1.Frondedelleconifere (Poschiavo). –2.Fo-
glie aghiformi raccolte ai piedi delle conifere e
usate come strame (Olivone, Bondo) [28].
dasinas.f.Frondedi conifere (Aquila,Lostallo).
dasòl (Poschiavo),
dasgi∑l
(Soglio, Casaccia)
s.m. 1. Fronde delle conifere (Casaccia). – 2. Fo-
gliame e ramaglie caduti dalle conifere (Poschia-
vo); fogliaaghiformedelle conifere (Soglio).
dasón s.m. Fogliame aghiforme caduto dalle
conifere (Mesocco).
Le numerose trattazioni etim. di questa voce, at-
testata inmolte parlate dell’area alpina e fr.-prov.,
concordano fondamentalm. nel ricondurla in prima
istanza al term. prerom.
*
DASIA
‘fronde di conifere’
[29]; le formemasch. sembranoavvalorare l’ipotesi di
unabase
*
DASIO
-
(ovvero
*
DASIe
/*
DASIu
) [30]. –Lavar.
metafon. pl.
diss
, provenientedalleschedems. inviate
dal corrisp. diChironico, lasciapresupporreun sing.
masch.
déss
(eventualm.
dèss
) [31], nonattestato al-
trimenti. Il verz. «
dazœ
», registrato da O. Keller, è
forma pl. del deriv.
dasada
, s.f., e come tale da ripo-
sizionare nel
LessicoEtimologico Italiano
[32]. – Si-
gnificati indicanti l’interoalbero, comeaVicosoprano
(par. 2.2.), si incontranoaltrovenell’areaalp.: oltreal
calanc.≠
dasga
‘abete bianco’ di dubbia attribuzio-
ne, cfr.
dasa
‘abete rosso’ nellaparlatawalserdiAla-
gna e nell’alta valle di Andorno, rom. centr.
dasch
‘abete contorto’, borm.
dasgia
evar. ‘pinomugo’, gros.
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