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DArBIA
DArBIA
lare (Olivone [1]),
amghe ciamava «radarbia»:un
scérscerotóndsegónd…si sghen’éva tanto i s fava
coi darbie grande e altriménti con chii pinín
, la
chiamavamo «ladarbia»: un cerchio rotondoa se-
conda… se [la pasta] era tanta si usavano ca-
scini grandi, altrimenti quelli piccoli (SalaCapr.
[2]); in una filastrocca che ha per tema la salita
sull’alpe:
nöss casáir l’è on lavatíu: r’évadicc che
pal tünerughpeisséva l®,ma l’éi vist, vói?Mé l’ò
minga ved®! E i dèrbi e i mótt e i panacc e… ra
maistra
, il nostro casaro è un fannullone: aveva
detto che all’aiutante avrebbe pensato lui, ma
l’avete visto, voi? Ionon l’ho visto! egli stampi e
i recipienti per lapannae lezangolee il siero ina-
cidito [per fare ricotte] (Olivone).
Il termine figura già in un elenco di suppel-
lettili, di cui molte relative alla lavorazione del
latte, dovesembraquasi indicareun’unitàdimi-
sura: «caldirolumunum de una
darbia
» (Deggio
1400 [3]).
3. Altri significati
3.1.Collaredi legnoper il bestiame (Vira-Mez-
zovico).
3.2. ABreno, arcuccio della culla [4].
3.3. Sponda di legno posta attorno allemaci-
nedelmulinoper trattenere la farinae impedir-
ne lo spargimento (Malvaglia,Olivone, circ. Fai-
do); v. anche al par. 4.
3.4.Murata, fiancodellabarcaemergentedal-
l’acqua (circ. Carona, Ceresio); – asse superiore
del fasciame della barca (gandria, circ. Carona,
Ceresio) [5].
4. Derivati
derbións.m.Spondadi legnopostaattornoal-
le macine del mulino per trattenere la farina e
impedirne lo spargimento (circ. Olivone [6]).
IlCherubini riporta il term. ancheperBiasca, allo
sbocco della Valle di Blenio, nell’accezione di «cer-
chiello da caciuole che nei monti a noi più vicini di-
conoFasséra», ovvero ‘cascinoper il formaggio’ [7],ma
il dato non viene confermato dai recenti glossari lo-
cali.Fuori dellaSvizzera italiana, lavoce
darbia
èat-
testata anche a Monteossolano nella doppia acce-
zione di ‘scorza con quel po’ di legno che vi resta
unito’ e ‘cassone cilindrico di legno che ricopre e cir-
conda la macina del mulino’ (Mat. VSI); sempre a
Monteossolano, iMat.VSI registranoaltresì il deriv.
darbiún
«pianta con
darbia
». –L’ipotesi salvioniana
di una derivazione dal lat.
ALVeu
(
M
) ‘letto del fiume;
recipiente’ [8], un po’ problematica, almeno in rela-
zionealladesignazionedi oggetti circolari, nonviene
accoltadal LeI, che colloca granparte delmateriale
qui riunito sotto il prelat. *
gAr
-(
A
)
B
- + |
uLuS
‘scava -
to; che ha forma circolare, concavo’ [9]. Semantica-
mente calzante (v. ad es. i vallanz.
garbul
‘cerchiodi
legno che serve per dare la forma al formaggio’, sic.
gàrbula
‘cerchio di asse sottile, che serve a fare …
tamburi e simili’ [10]), questabase sembraporredif-
ficoltàper l’attacco in
d-
delle formedellaSvizzera ita-
liana.
Darbie
‘arcucciodella culla’ (par. 3.2.) viene in-
vece fattoderivarenel LeI dal gall. *
DerWA
‘quercia’
[11], ‘legno’ [12]. Si noterà, per la fonetica, che il gall.
*
DerWO
- ‘solido (comeunaquercia); quercia’ (da cui si
formaun *
DerWA
‘fatto con legnodi quercia’) [13] co-
nosceuna var. con ton. diversa *
DAru
- ‘quercia’ [14],
che spiegameglio le forme tic. con attacco in
dár-
.
La soluzione andrà ricercata proprio nello stesso
gall. *
DerWA
, adeguatoa rendere contodell’accezione
di ‘scorza, corteccia’ (eaffini)dalmomentoche losi ri-
trova, da un lato, nel vallone
dève
‘scorza di betulla’
[15], dall’altro, nel già cit.
darbia
di Monteossolano.
Siosserverà infineche il sensospecificodi ‘scorza’ ben
si presta alla gamma semantica della voce qui consi-
derata:un’ulteriore confermaèdatadal fatto che, dal
punto di vista ergologico, stampi del formaggio co-
struiti con cortecciad’albero arrotolata sono stati os-
servati in Piemonte, e ricordati da informatori nelle
Marche (dove il cerchiomoderno di legno ha conser-
vato ladenominazionedi
scorza
) [16]; v. ancora, per i
dial. tic., il caso di≠
rüsca
(< gall. *
ruSCA
‘corteccia
d’albero’), chehageneralm. il significatodi ‘corteccia’,
ma cheassumeanche il sensodi ‘forma, cascinoper il
formaggio’ a Biasca e inValle di Blenio. – V. inoltre
dörbi
‘corteccia staccatadai tronchi di betulla’.
Bibl.: AIS1.61Leg., 6.1216, C
HeruB
. 2.12,M
On
-
TI
387.
[1] S
OLArI
, Semin.dial. [2] A
rIgOnI
, Inch. Capr. e
VColla177. [3] B
renTAnI
, CDT3.145; v. ancheMDT
1.693. [4]AIS1.61Leg.P. 71. [5]O
rTeLLI
T
ArOnI
,Ce-
resio85 fig., 164. [6]B
Aer
46n. 7. [7]C
HeruB
. 2.12. [8]
Fig. 8.Olivone, 1926: la
dèrbia
, cascinoper il formag-
gio (daS
CHeuerMeIer
,Parole in immagine216; fot.P.
Scheuermeier, particolare).
1...,39,40,41,42,43,44,45,46,47,48 50,51,52,53,54,55,56,57,58,59,...68
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