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DALuBII
DAMA
DALuBII (dalub
y
) v.Adocchiare (Cavigliano).
1. Inoltre, con l’avv.
adré
‘dietro’:
dalubii dré
,
struggersi, spasimare.
2. Derivati
dalubión s.m. Persona che guarda con inte-
resse, condesiderio (Cavigliano).
Va forse con imateriali che vonWartburg colloca
sotto il v.
LuB
re
‘avere piacere, avere voglia’ (sorto
dall’impers. lat.
L
È
BeT
,
L
ˆ
BeT
‘piace, è gradito’), come
il fr.
lubie
‘idea stravagante, irragionevole o capric-
ciosa, generalmente improvvisa e passeggera’ [1]; la
formadiCavigliano richiede in tal casouna cons. in-
terna rafforzata, che si ritrova nell’it.
ubbìa
‘pregiu-
dizio superstizioso; fisima’, di etimologiapoco chiara,
mapermolti imparentato con il term. francese cit. [2].
Bibl.: [1] FeW5.427, TLF11.32. [2]DeI 5.3939,
DeLI
2
1756.
Petrini
dalubión≠
dalubii
DALÜSAA (dalü≈
2
) v. 1. Sbirciare (Caver-
gno).–2.Pensarevagamenteaqualchecosa (Ca-
vergno).
Formazioneparasinteticada≠
lüs
‘luce’ (anchese
la var. locale suonerebbe
lüsg
); cfr.≠
lüsciá
‘vedere;
osservare; spiare’ (da *
LuCJ
-, tema del presente di
*
LuC
Î
re
, con l’uscita -
º
re
[1]) e, dal lat.
L
˘
Men
‘luce’,
lümá
‘osservare, sbirciare’, chepresuppongonoun
significatooriginariodi ‘farchiaropervedere’ [2];per
ilpassaggiodallapercezionevisivaal livellodellaco-
scienza cfr. ad es. gli it.
vedere
nel senso di ‘conside-
rare’ [3], verz.
scrütaa
‘pensare, riflettere’ [4].
Bibl.: [1] S
ALVIOnI
-F
ArÉ
, Postille 5136,5142. [2]
DeLT 2.2651. [3] D
e
M
AurO
6.969. [4] LSI 4.783.
Petrini
DAMA
1
(dáma) s.f. Dama.
Var.:
dama
;
dame
(Medeglia, robasacco, gerra
gamb.),
dèma
(Ludiano).
1. Poco impiegato, e soprattutto con intenti
scherzosi e in testi formalizzati, nel significatodi
‘dama, signora’:
la par ne dama
, sembra una
gran signora: di donna che si dà arie (Brione
Verz.);
a vestí un sciücchupar undücch, a vestí
una rama laparunadama
, se si vesteun ciocco
sembraunduca, se si vesteun ramo sembrauna
dama (Comologno),
la fabisc e canelòti, i pulpétt
a l’italiana, marcia infín cumè na dama e la
dórma in söl paiún
, si fa i riccioli e i cannelloni,
i boccoli all’italiana, camminapoi comeunadama
e dorme sul pagliericcio: strofa di canzonetta
(Mendrisio [1]),
unóm cundódam, al fa la figüra
d’un salám
, unuomo con due donne fa la figura
del salame (Vacallo). Inun indovinello:
agh’ènu
grandama, che cula rénditada sò böcc damézz
lamantégnanch’i düchéss
, c’è una gran signora
che con la rendita del suo foromedianomantie-
neanche leduchesse: lazangola (Arbedo-Castio-
ne [2]).
Amisteriose e bellissime gentildonne, i
dam
daPaután
(Airolo),
i damdaScruén¥
(Quinto) e
i damdaPitén¥
(Dalpe), fa riferimento la tradi-
zione oraledell’altaLeventina, chene ricorda la
ricorrente venuta in paese in occasione della
messa domenicale, precisando che gli officianti
attendevano il loro primo distante apparire per
farsegnalarecol suonodellecampane l’iniziodel-
le funzioni [3]:
a Scruén¥ u s dis che un bòtt u i
évaun castéll con int ledame; ladumén¥a leda-
me i vasévanaméssaaQuint, e quand i rüavan
al pónt prima daQuint ul sagrestán u sonava i
campann e tücc i s preparavan par laméssa
, a
Scruengo si dice che una volta c’era un castello
con dentro le dame; alla domenica le dame an-
davano amessa aQuinto, e quando arrivavano
al ponte prima di Quinto il sagrestano suonava
le campane e tutti si preparavano per lamessa
(Quinto [4]).
Dolci chiamati «bocconi di
dama
» sono indica-
ti inun elenco di vivande di cui si raccomanda il
servizioaospiti illustri invisitaal conventodi S.
MariadellegraziediBellinzona (Bellinzona,pri-
mametàdel
xVIII
sec. [5]).
2. Indica il giocoda tavolodelladama, di tra-
dizione relativamente recente, oltreal tavoliere
(damiera) di 64 caselle sul quale viene giocato e
allapedina raddoppiata chesi consegue facendo
giungere un pezzo in una casella della linea
estremaavversaria; agiornico indicapure ogni
singola pedina del gioco.
Fè la dama
, giocare a
dama (Castasegna),
andá a/ fá dama
(gene-
ralm.),
rüvè in dama
(Calpiogna), damare, por-
tare una propria pedina in una casella del-
l’ultima linea avversaria raddoppiandola,
a m
sóm lassádbofaaunadamapròpridastüpid
,mi
sono lasciatosoffiareunadamapropriodascioc-
co: per aver tralasciato di fare presa (Locarno).
Quae làvieneancheadesignare la reginadei
giochi di carte:
dama da cópp
, regina di cuori
(Sonvico).
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