94
Dénc
Dénc
(Sementina),
…bött
(Sottoc.),
… sbogée
(S. Vit-
tore),
…cariulént
(robasacco),
dént cairoléi
(Bro-
glio),
dénccol cair∑
(Montecarasso),
dént camoraa
(rovio),
…cula cámula
(auressio),
dént dal can
(olivone),
dinc cundéntul grin
(Pedrinate),
dénc
indifetée
(Sementina), …
intachéi
(rossura), …
marangolaa
(rovio),
…matt
(Boscolug.), denti
cariati. –
I dénc i s’è vistii dala fèsta
, i denti si
sono vestiti a festa: dolgono moltissimo (rovio;
cfr. il valore di ‘situazione esasperata’ in
vestiss
dala fèsta
‘gonfiarsi, essere inpiena: di un corso
d’acqua; essere tempestoso: di temporale; arrab-
biarsi’),
l’èméimétt dént i déncda curnaa
, ème-
gliomettere i denti di corniolo: sconsolata consi-
derazione, motivata dalla proverbiale durezza
del corniolo, di chi deve sostenere onerose cure
dentarie (Stabio). – Per notizie riguardanti i ri-
medi contro ilmal di denti, v. al par. 3.
Designano il dente ghiacciolo, molto fragile e
particolarmente sensibile al freddo:
dénc frécc
,
dente freddo (Brissago),
dént sgiaró
, gelato (ros-
sura),
dénc giazzöö
, ghiacciolo (locarno, Gerra
Gamb., Sottoc.),
…giazzò
, ghiacciato (carasso),
…
mört
,morto (S. abbondio).
1.1.6.a secondadell’età si verifica il cambio o
laperditadei denti:
rómp idénc
, rompere i denti:
cambiarli (Gnosca),
borlá, vegní föra i dénc
, ca-
dere i denti (generalm.),
a gh’ò quasi före tücc i
déncde sóre
, hopersoquasi tutti i denti superiori
(Fescoggia); la situazione trovapureespressione
in
almén al gh’amía dént d’òss
, almeno non ha
denti d’osso (castel S. Pietro), probabile giocodi
parolebasato sull’anfibologiadi
dént
chepuòes-
sere inteso come sostantivo, ‘dente’, o come av-
verbio, ‘dentro’ (cfr. al par. 10.1.), così da indurre
la lettura ‘almeno nonhadentro ossi’.
1.1.7. come succedanei ai
dént giüst
, denti
giusti: veri, naturali (Brusio) si hanno i
dénc
fauz
, denti falsi (Dalpe),
… de finta
, di finta
(Soazza), …
ramèss
(osco),
rimet®d
(Sigirino),
rimessi, …
met® dénta
, messi dentro (Stabio):
denti posticci,
i ódanèamétt int i dénc e i sòud
dapaghè l dentistandú ti vé, pá, a töi?
, devoan-
darea farmimettere i denti e i soldi perpagare
il dentista dove vai, papà, a prenderli? (Quinto
[8]); usatoal plurale,
dénc
indicada solo i denti
posticci, la dentiera:
fèmétt ént i dén≤
, mettere
i denti artificiali (castasegna),
al parnancavéra:
im’a robaa imèdénc!
, non sembravero:mi han -
no rubato la dentiera! (Brusinoarsizio).
1.2. negli animali
Dén≤ dri bés≤
, denti degli animali (Biasca),
déncdal ciün
, zannedelmaiale (locarno),
dincda
l’órs
, zanne dell’orso (losone),
dént d’elefant
,
zanned’elefante (Viganello),
dai dénc sa cugnóss
r’etá d’un cavall
, dai denti si desume l’età di un
cavallo (Grancia),
el cagnásc u l’a tanaiò pei cal-
zón, u gh’a piantò i dénc in la carn
, il cagnaccio
l’ha azzannato per i calzoni, gli ha conficcato i
denti nella carne (S. abbondio); alle capre si li-
mavano i denti perevitare chedanneggiassero le
piante rosicchiandone la corteccia, cfr. l’ordinanza
emanata nel 1802 dalle autorità comunali di S.
VittoreeroveredoGrig. «li proprietaridelle capre
che ruscano lepiante siano tassati un fiorinoper
ogni volta per capra che avrà datto danno come
soppranon trovandosi dette capre con li denti li-
mati come per buona precaucione fu ordinato»
[9]; da qui l’espressione
bisógna moratt i dénc
comèai cavri
, bisogna limarti i denti comealle ca-
pre: si dicea chi ha il viziodimordere (S. abbon-
dio).
2. igiene orale
le scarne informazioni che si possono attin-
gere dai Mat. VSi suggeriscono che in passato
non veniva attribuita eccessiva importanza
all’igieneorale, laqualesi limitavaper lopiùallo
sciacquo della bocca o a una sommaria pulizia
eseguita con l’ausiliodi stecchi di legnooaltri og-
getti appuntiti (cfr. al par. 13.), più raramentedi
spazzolini da denti. a questo riguardo il corri-
spondente di leontica osservava come il lavarsi
i denti fosse un’operazione praticamente scono-
sciuta in paese e ne indicava la ragione nell’ali-
mentazione povera di carne, a suo giudizio suf-
ficiente a garantire agli abitanti una dentatura
pulita; quello di Faido rilevava, da parte sua,
l’assenzanel vecchio dialetto leventinese di ter-
mini specifici perdesignaregli strumenti impie-
gati nell’igiene orale, perché «relativi ad oggetti
non usati anticamente nei nostri paesi». Poco
noti ediffusi dovevanoessere i prodotti dentifrici
(inpolvere, inpastao in forma liquida), il cui im-
piego era forse ristretto alle fasce più abbienti,
mentre quelle popolari vi sopperivano con altri
espedienti:
in cá da dentifriciu a n regnavami-
gna
, in casa di dentifricio non ve n’era (Mendri-
sio [10]),
sa fregavum idénc contna föiada savia
o cul carbón pestaa
, ci strofinavamo i denti con
una fogliadi salviaodel carbonepestato (rovio),
al tirava dré l spazzetín sóta la capa fin che l sa
mpienivada carisna e cunquèlaal fregava idinc
parnetái vía
, sfregava lospazzolinosotto la cappa
del camino fino a che si riempiva di fuliggine, e
conquella sfregava i denti per pulirli (Mendrisio
[11]); dalle foglie di salvia secche polverizzate si
ricavava inoltre un economico ed efficace denti-
fricio [12]; anche la resina d’abete o di larice, a
lungomasticata, costituivaun surrogatodel den-
tifricio [13]. non mancava chi manifestava una
certa riluttanza o pregiudizio a usare i prodotti