Centro di dialettologia e di etnografia - page 36

146
DeNeDAA
DeNeDAA
infilarci: per poter poi appenderli ai rami (Aquila
[169]). I cioccolatini possonoesseredi varie fogge:
fra i più diffusi un tempo vi erano quelli a forma
di campana, di boccia, di pigna, di BabboNatale
e i
ratín
, topini (Lug.), ripieni di un impasto zuc-
cherino. Di particolare effetto sono i
bengala
, ba-
stoncini di ferro ricoperti dimateriale infiamma-
bile che vengono appesi sull’albero o tenuti in
mano e fatti roteare:
ulpáutacas®pairamuna
bachètafina,udisdasmurzèlcèr,upizzaunzu-
franèlienössöccspalanchéiicuminciaavadé
milastelíncastrizzaeunalüscas’ciarisstütara
cá;maivistunaròbacumpagna,amparèvada
sugnè;ulbengalal’alassóuindréumstranoudú
ch’érummaisantíd
, il papàappende ai rami una
bacchetta fine, dice di spegnere la luce, accende
uno zolfanello e i nostri occhi spalancati comin-
cianoavederemille stelline che scintillano euna
luce che rischiara tutta la casa; mai visto una
cosa simile, ci parevadi sognare; il bengalaha la-
sciatounostranoodorechenonavevamomai sen-
tito (Malvaglia).
La collocazionedell’albero inunambiente ca-
salingoha sempre costituito la sceltaprimaria e
privilegiata:
l’albríndaNadèl
...
algnivapizzaa
domáin≤èsaprivèdaefestegiaainfamiglia
, l’al-
bero di Natale veniva acceso solo nelle case pri-
vate e festeggiato in famiglia (SopraP. [170]).Di
regola lo si preparavae lo si toglieva inmomenti
ben precisi:
nüml’alburalfavumalavigiliael
disfavumpaiRèMagi
, noi l’albero lo facevamo
allavigiliae lodisfacevamoper l’epifania (Men-
drisio). Al di fuori delleabitazioni, analogamente
al presepio, è frequentemente preparato in ospe-
dali, inospizi enelle scuole, doveeragiàbenpre-
sentenegli anniTrentadelNovecento; esso risul-
tavaassentenelle chiese ticinesi,ma losi trovava
in quelle riformate della Val Bregaglia e del Po-
schiavino e inquella cattolicadi Rossa [171].
Da diversi decenni è diffusa generalmente la
consuetudine di allestire un grande albero al-
l’aperto, di regola sulla piazza del paese, illumi-
nato da lampadine elettriche e da decorazioni
scintillanti:
tinvédatintüttipaesittgrössepi-
scian,usdannungranddafèastrapèpéscaut
désoquindasmétrieuipièntaninmézzauna
piazzaoinscimaoincòdupais,contüttibalói
coloréielastélad’argéntodòrainscimaal’ar-
bro
, ne vedi in tutti i paesini grossi e piccoli, si
dannoungrandaffarea strappareabeti alti dieci
oquindicimetri e lipiantano inmezzoaunapiaz-
zao in cimaoalla finedel paese, con tutte lebocce
colorate e la stella d’argento o d’oro in cima
all’albero (Quinto [172]).
Più recente è la pratica, in vigore nei comuni
lacustri dopo il periodo natalizio, di raccogliere
gli abeti utilizzati per disporli sul fondo del lago
e favorire così la posa delle uova da parte della
fauna ittica.
Risale invece più omeno all’inizio degli anni
SettantadelNovecento l’abitudinedi appendere
alberelli sfavillanti con luci intermittentinelleca-
binedi guidadi autocarri, di grunei cantieri edi-
li e di qualche automobile [173], mentre pare li-
mitatasoloasporadicheattestazioni la comparsa
di piccoli alberi diNatalesulle tombedi alcuni ci-
miteri del Luganese [174].
Oggi lamarcataurbanizzazione, il desideriodi
unamaggiorcomoditàe fors’ancheunanuovasen-
sibilitàambientalehannoparzialmente cambiato
le abitudini, così che al posto di alberi naturali
sono spesso impiegati alberi artificiali, che ven-
gonopoi di volta involta riposti e riutilizzati l’an-
no seguente.
1.9.5.1. Traslati
GuardéemòfòrachealberdeNatál!
, guarda-
teunpo’ chealberodiNatale!: commento con cui
si indica ironicamenteunadonnacaricadigioiel-
li (RoveredoGrig. [175]); alla copiosità degli ad-
dobbi e verosimilmente anche al carico che essi
comportano fa riferimento la denominazione
al-
Fig. 50.Confezionidi cioccolatini inunapubblicitàdel
periodoprenatalizio (da Illustrazione tic. 24.12.1938).
1...,26,27,28,29,30,31,32,33,34,35 37,38,39,40,41,42,43,44,45,46,...68
Powered by FlippingBook