Centro di dialettologia e di etnografia - page 32

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DeNeDAA
DeNeDAA
alle tradizioni locali, la sua origine nordica e la
suaadozione relativamente recentenei territori
dellaSvizzera italiana.
In europa le prime attestazioni dell’albero in
fogge analoghe alle attuali, decorato con rose di
carta,mele, cialde, lustrini, compaiono inAlsazia
neiprimissimiannidelSeicento, conqualche trac-
ciagià riscontrabilenel secoloprecedente, in con-
testi riconducibili all’ambienteealleattivitàdelle
corporazioni cittadine. L’usanza si espande rapi-
damente: nel
xVIII
secolosenehanno tracce in In-
ghilterra, in quello successivo in Francia. Ben
presto l’albero viene dotato di addobbi luminosi:
attornoal 1660siha laprimadocumentazione, ad
hannover, di un albero di bosso con candele at-
taccateai suoi rami, posto inun’abitazione suun
tavolo assieme ai doni destinati ai bambini. La
prima documentazione svizzera di un albero di
Natalecon luci sihaaZurigonel1775, legatoperò
alla figura e alla data, 6 dicembre, di S. Nicolao.
Dall’europa l’usosidiffondequindiulteriormente;
aNewyork è attestato il primo albero natalizio
dotato di candele elettriche, allestito nel 1912 al
MadisonSquare: sarà il prototipodi tutte le illu-
minazioni pubbliche cheapartiredalla finedella
seconda guerra mondiale conquisteranno, in un
tripudiodi realizzazioni fantasiose, strade, piazze
e palazzi di tutto ilmondo [151].
NellaSvizzera italiana la tradizionedell’albe-
ro giunge nei decenni a cavallo fraOtto eNove-
centodallaSvizzera tedesca, dadove si èdiffuso
anche nel resto dellanazione, grazie spesso alla
presenzadi famigliee individui stabilitisi al sud
o a contatti più omeno estemporanei avuti con
loro [152].Laprimanotizia riscontratadi questa
consuetudinesi trovanel 1875aCastelS.Pietro,
in un quaderno delle spese della famiglia Zür-
cher, dove sono registrateusciteper l’acquistodi
cereedolci per l’alberodiNatale; nel 1896 l’albe-
rovieneattestatoaRoveredoGrigioni, dove fu in-
trodottodal parroco svizzero tedesco; nel 1899 fa
la sua comparsa, suscitando stuporee ilarità fra
i giovani locali, nel giardino della casa dei si-
gnori Gräser adAscona; alcuni anni dopo la po-
polazione di Agra può ammirarlo nella sala del
sanatorio, aperto sul finire del 1913 e gestito da
confederati; aRobasacco, durante laprimaguer-
ramondiale, gli abitanti lo vedono per la prima
volta nell’allestimento fatto dai soldati svizzeri
tedeschi di stanza inpaese [153]; cfr. anche lade-
scrizione fattadaFrancescoAlberti dellamessa
diNataledel 1914, officiataper le truppe ticinesi
di stanza a Liestal: «Per lamezzanotte, i batta-
glioni 94e95eranoconcentrati, sud’unpratocon-
finante conunbosco,…per lamessadiNatale.¬
stataunadelle cerimoniepiùsuggestive. Il bianco
altare da campo…era stato drizzato sul limite
del prato, addossoal bosco.Gli abeti vicini erano
stati coperti di candele e di luccicanti stelle: al-
beri diNatale viventi!» [154].
Come dimostrano le ultime due attestazioni,
l’ambito militare si rivelò un fecondo canale di
trasmissione dell’usanza. Per i soldatimobilita-
ti e costretti apassare la festività lontanoda ca-
sa, venne infatti istituito il «Nataledel soldato»,
una cerimonia festosa collettiva in cui, vista la
marcata impronta confederale, l’albero di Nata-
le era una presenza indispensabile: la proposta
ebbe notevole successo [155].
Dopo queste prime sporadiche apparizioni,
l’usanzapreseviaviapiede, dapprima ristrettaa
singole iniziative, come quella che verso lametà
degli anniDieci delNovecento coinvolse i bambini
diuna contradadiMendrisio, convocatinel cortile
di una casa privata. La loro sorpresa fu grande
quando videro fissato alla ringhiera del balla-
toioun «superbopinoai cui rami eranoattaccati
grossi globi scintillanti e lucenti ...magicamente
illuminato dalla fredda, abbarbagliante luce di
un rozzo fanale di bicicletta ad acetilene». L’ap-
parizione fantastica fu parzialmente mitigata
Fig. 46.
Cartolina spedita da Airolo a Balerna nel
1903 (
proprietàG. Haug, Capolago
)
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