Centro di dialettologia e di etnografia - page 39

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DeNeDAA
DeNeDAA
male: èprivodi valori etici emorali (Brusio) [186].
Nellamedesima località poschiavina, per preve-
nire possibili tentazioni ci si premuniva tem-
pestivamente:
parpudégiügiünálavigiliada
Natálinòssbunvéccisansadravandapizzòcar
laséraavant
, per poter digiunare la vigilia di
Natale i nostri buoni vecchi si rimpinzavano di
pizzoccheri laseraprecedente, dettaperciòsigni-
ficativamente
séradalapizzocaréra
, sera della
pizzoccherata. Nonostante questa sfumatura go-
dereccia, nella coscienza popolare è rimasta do-
minante l’idea della privazione e della frugalità,
tanto da attribuire a un pasto parco, misero, la
qualificadi
pastdalavegiliadeNatál
, pastodella
vigiliadiNatale (Caviano).
La seradellavigiliaveniva trascorsa tranquil-
lamente, per lopiù incasa, con la famigliariunita:
lavegiliadeNatálumstasúfinmezanòccperná
améssa
, la vigiliadiNatale si resta alzati fino a
mezzanotte per [poi] andare a messa (Soazza).
Nell’attesasi chiacchierava, avoltesi cantava, ta-
luni recitavano il rosario e lemassaie iniziavano
apreparare il pranzodell’indomani:
tüccinzéma,
ava,mama,fradéi,surèlimasémsentáiingira
l’albarín.Liprimicanzóngl’ènnstáitiintunadi
ep∑l’évignílipuesiieparfinímíasurèlal’a
sunúvargóttsülpiano
, tutti insieme, nonna,
mamma, fratelli, sorelle ci siamo seduti attorno
all’albero. Le prime canzoni sono state intonate
epoi sonovenute lepoesieeper finiremiasorella
ha suonato qualcosa al pianoforte (Poschiavo
[187]);
ifancièrabónebravchèlaséira;dòpu
scénaicantavainonórdelBambín,ipreghèvae
primadelsòlitiserassegnèvaanáadurmí
sénzadisubediénzenesénzacaprizzi
, i bambini
erano buoni e bravi quella sera; dopo cena can-
tavano inonorediGesùBambino, pregavanoesi
rassegnavanoadandareadormireprimadel so-
lito senza disubbidienze e senza capricci (Me-
socco [188]).Maprimadi coricarsi era consuetu-
dinepreparareun recipientenel qualealmattino
avrebbero trovato i doni portati nellanotte:
ifiéi
aNatálimitèefòsorrafenèstraolpiattcorra
saaeracrüscaperr’asnígndroBambígn
, i bam-
bini a Natale mettevano fuori della finestra il
piatto con il salee la cruscaper l’asinellodiGesù
Bambino (Biasca [189]),
laséiradelavesgía,su-
bitdòpuscéna,ògnifancelmetévafòrasulscòss
delafinèstrauntóndconsúunpòdezucherper
elBambíneunpizzighdesáperl’asnín
, la sera
Fig. 53.Mercatino natalizio aMinusio, dicembre 2014 (fot. G.Meyer).
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