Centro di dialettologia e di etnografia - page 37

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DeNeDAA
DeNeDAA
burdaNatál
,a indicare l’equipaggiamentodiar-
mi e di accessori vari che un soldato deve avere
su di sé [176]; in tempi recenti è passato a desi-
gnare in ambiente ospedaliero anche l’asta por-
taflebo,munitadi rotelle.
1.9.6. Luce
IlNatale findalla sua creazione è stato forte-
mente caratterizzato dalla presenza della luce,
considerata dai cristiani simbolo del Redentore,
giunto sulla terra per vincere le tenebre e illu-
minare le genti; significativamente in una pre-
dica S. Ambrogio, vescovo diMilano, definì Cri-
sto «il nostro nuovo sole» [177].
Oggi questa importante componente della ri-
tualità natalizia si riduce essenzialmente agli
usi, ricordati inprecedenza, di adornare l’albero
con candeleo lampadinee leviee lepiazzedi pa-
esi e città conaddobbi luminosi. Inpassato però
una suaeco si riverberava inalcunepratichepo-
polari. La sera della vigilia a Ludiano si mette-
vano dei lumicini sui davanzali delle finestre; a
RivaS.Vitalesi erasoliti accendereuna lampada
in ogni cortile per illuminare il cammino di Gesù
Bambino; inCalanca in tutte lecasesi lasciavaac-
ceso un lume per
faghcèiralBambín
, far luce a
Gesù Bambino; in Lombardia, quando le cam-
panesuonavano il primo richiamodellamessadi
mezzanotte, si metteva un lume sul davanzale
della finestra rivoltaversoOriente, per indicare
la strada ai ReMagi [178].
1.9.7.Mercati diNatale
Inpassato in varie localitànell’imminenzadel
Natale venivano organizzati mercati,
marcolètt
(Maggia),
marcuétt
(Loco),
marcádalfrécc
(Rove-
redoGrig. [179]), doveeraconsuetudineeffettuare
gli acquisti straordinari di fine anno; particolar-
mentedettagliataè ladescrizionedi quellodiLu-
ganoagli albori del
xx
secolo: «Ilmercatodellavi-
gilia si può dire che occupavamezza Lugano. Da
PiazzaGrande invadeva lapiazzettavicinadetta
«Commercio» e Sant’Antonio e si spingeva fino
alle scuole, al Forte, inCanova, raggiungendo la
piazzettadiSanRocco.V’eraogni bendiDio: cap-
poni, galline per il brodo, pollastri, oche, caccia-
gione, lepri, fagiani, pernici, filzediuccelli.enormi
banchi di arance, fruttasecca, fichi, datteri, noci e
perfino (grannovità) lenocciolineamericane chia-
matearachidi. Imacellai, poi, si facevanoungran
vantodi accaparrare i buoi piùgrassi delMendri-
siotto, di esporli vivi unadiecinadi giorni primae
poidimettere inbellamostra i quarti opimi ornati
di lauro, inmododa suscitarenei buongustai una
vivaattesaper la classica lessata» [180].
¬però solonegli ultimi decenni delNovecen-
to chenel corsodelmesedi dicembrehanno fat-
tomassicciamente la loro comparsa i cosiddetti
mercatinidiNatale, organizzatidaassociazionidi
vario tipo, talora anche di commercianti, o dalle
autorità comunali stesse. Sorti verosimilmentea
imitazionedelleanaloghe iniziativemoltodiffuse
nell’europa del nord, e in particolare nel mondo
tedescofono – inAlsazia imercatini natalizi par-
rebbero essere esistiti giànelMedioevo, da lì si
estesero inGermania e in seguito nellaSvizzera
tedesca [181] –essi si configurano comeun’offerta
complementarealleaperture straordinarie serali
e domenicali di negozi e grandi magazzini, pro-
ponendo non solo prodotti legati al periodo nata-
lizio (biscotti, candele, decorazioni), ma anche
mercedi altrogenere, comunepurenel restodel-
l’anno:
agh’émancanóialnòstmarchèddaDe-
nedèe,satròvodatutt,dalaròbosarèdeeifor-
maccaicalzéievistíd,agh’èpóucuidalvinbrulé
eròbodólzodaògnisòrt
, abbiamoanchenoi ilno-
stromercato di Natale, si trova di tutto, dai sa-
lumi e i formaggi alle scarpe e ai vestiti, ci sono
poi quelli che vendono il
vinbrûl
é e dolciumi di
ogni tipo (Claro).
Per come si presentano, con bancarelle o ca-
sette di legno distribuite lungo le strade o nella
piazza del paese, e per la loro particolare atmo-
sfera sono ormai divenuti un’opportunità di in-
contro e di socializzazione, pienamente inserita
nel clima festoso del periodo.
Il successo e l’attrattivitàdi iniziativedi que-
sto tipo sono confermati anche dalla crescente e
apprezzata offerta turistica di viaggi organizza-
ti per scoprire e visitare i
Weihnachtsmärkte
al-
lestiti nelle città svizzerotedescheegermaniche.
1.10. Vigilia
Lavigilia,
vesgíadeDenedá
(Mesocco),
vegiglie
deNatál
(Sementina), era l’ultimo termine per
portare a compimento la puliziaminuziosa della
casa, iniziatadi regola già qualche giorno prima:
trüsciavaincáitosann,trüsciavaincáinòstmam
aspolvorá,ascováeasgüráipadèlldaram
, siar-
rabattavano in casa le ragazze, si arrabattavano
in casa le nostremamme a spolverare, a scopare
e a lustrare le padelle di rame (Melide [182]). A
Stabio, ilmattinopresto,nellachiesaparataa lut-
to, con drappi neri al portale, si celebrava solen-
nemente ilNataledeimorti: si cantava l’ufficio fu-
nebre e si teneva una messa. La cerimonia era
frequentata da gran parte della popolazione, che
intendeva così far partecipi del momento festivo
anche i propri cari defunti. Per far sì che questa
tradizione potesse svolgersi conmaggior agio, in
paese, caso unico nella regione, lanovena veniva
fatta iniziaree terminareungiornoprima, inmo-
doda liberare lavigiliadaulteriori impegni [183].
La giornata era in genere dedicata intera-
mente allapreparazionedelmomento festivo ed
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