Centro di dialettologia e di etnografia - page 31

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DeNeDAA
DeNeDAA
alla vigilia dai genitori con l’aiuto dei figli e ve-
niva conservato finoall’epifania; inalcune loca-
lità, la statuadiGesùBambino venivaaggiunta
solonellanottediNataleequelledeiReMagi ve-
nivano fatteavvicinarealla capannaoallagrotta
giorno dopo giorno, fino al 6 gennaio:
inültima
rüvavaan¥aiRèMagicoricaméi
, daultimoar-
rivavanoanche iReMagi con i cammelli (Biasca
[144]). InVallediBleniovengonoancoraricordati
alcuni presepi particolarmentesontuosi, appron-
tati grazie al contributo di compaesani ritornati
al paese dopo un’emigrazione economicamente
fortunata, e spesso ispirati damodelli visti nelle
città in cui avevano soggiornato [145].
Con l’andardeltempoaipersonaggidicartaso-
nosubentratestatuettedigessoepoiviaviaquel-
le standardizzate offerte dai grandi magazzini,
spesso inserite in paesaggi già preconfezionati:
presépidaplástica,…colMadonínimagonaasó-
talas’ciancadalnéon,trépévri,onpastóo,ulbò
el’asnín
, presepi di plastica, con laMadonnina
intristita sotto la sferza del neon, tre pecore, un
pastore, il bue e l’asinello (Agno [146]). Inmolti
luoghi lo spirito originariodel presepio viene co-
munquemantenuto e sono frequenti i casi in cui
nelle scuole elementari e in quelle dell’infanzia
ne viene preparato uno nell’imminenza delle fe-
stivitànatalizie;analoghiallestimentisipossono
trovareanche inospedali e caseperanziani.
ALocarno è ancora vivo il ricordo di un gran-
de presepio vivente approntatonel 1989 inPiaz-
zaGrande,usanzaconosciuta inpassatoanche in
altre località e tuttora praticata o introdotta di
recente in alcune di esse (Bellinzona, Torricella-
Taverne, Comano, Novazzano, Arzo, ecc.); aMu-
ralto la locale societàdi salvataggio allestisceda
diversi anniunpresepiosubacqueonei pressi del
lungolago [147];dalla finedeglianniNovantadel
NovecentoaVicosoprano,perun’iniziativapriva-
ta, alle finestre del villaggio vengono esposti dei
presepi creati dagli abitanti stessi [148].
Va infine ricordato l’uso negli ultimi anni di
proporre concorsi ed esposizioni di presepi, spes-
so ideatiper l’occasione:moltediquesterassegne
possonovantareunanotevolecontinuità, fraque-
stequelleorganizzatedaunadecinad’anniaBel-
linzonaeaBalerna,quella inCapriasca, istituita
nel 2003e chenel 2015 contavaben88 creazioni,
lamaggiorparte collocateall’esterno, equellaal-
lestitaaViraGambarognogiuntanellostessoan-
noallaventiseiesimaedizione.
1.9.5. Albero
Dal’albordaNatál,chedaunpóod’annin
sciáalpòstdalnòstpresépials’ècasciaaincá,
alóragh’évagnancan’idéa
, dell’alberodiNatale,
che daun po’ di anni a questa parte si è infilato
in casa al posto del nostro presepio, allora non
c’era nemmeno un’idea (Melide [149]);
inquii
témpláiüsavanmíal’alburdaNatál,l’èròba
impurtadadalnòrd,nüngh’évumulnòstpresépi
,
in quei tempi [l’ultimo decennio dell’Ottocento]
nonusavano l’alberodiNatale, è cosa importata
danord, noi avevamo il nostropresepio (circ.Ve-
zia);
lamaèstral’éadittchel’albarínl’èran’üsan-
zabárbaracavigníadalnòrdecalagh’éaniént
achifáculcumpleanndaSges®Bambín
, lamae-
stra aveva detto che l’albero di Natale era un’u-
sanza barbara che proveniva dal nord e che non
aveva niente a che fare con il compleanno di
Gesù Bambino (Poschiavo);
ulpresépil’afaila
suapassada,l’èpi®damòdaincöö,l’ènave-
giada;nassüüinlamangiaduralnòstBambín,
talafannnassincöölísótaanpin,chegacia-
manulalburdaNatálel’èunslüssudapi®che
gh’èindisal
, il presepio ha fatto il suo tempo,
non è piùdimoda oggi, è una cosa vecchia; nato
nellamangiatoia il nostro Bambino, te lo fanno
nascere oggi lì sotto a un pino, che lo chiamano
l’alberodiNatale, edèun lusso inpiù che c’ènel-
le sale (Balerna [150]). Le testimonianze confer-
mano l’estraneità dell’albero di Natale rispetto
Fig. 45.
Trasporto verso casa di un abete appena ta-
gliatonelbosco (
fot.G.Meyer
)
.
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